Diario – Azerbaijan 2019

29 aprile 2019

La favola di cappuccetto rosso narra di una bambina ingenua, dal colore guardacaso rosso, che concede troppa confidenza ad un lupo astuto il quale ne farà un sol boccone, nonna compresa.

La favola ha una sua ovvia morale, banale: mai dare ascolto agli sconosciuti, soprattutto quando ci sembrano docili.

Le Mercedes hanno giocato a nascondino fin da febbraio e continuano a farlo, provocando l’ illusione rossa al venerdì. I tedeschi nel sabato di Baku hanno piazzato le vetture in prima fila con un gap superiore ai tre decimi rispetto Vettel. Chi crede che sia solo il miracoloso effetto scia, evidentemente deve fare qualche conto più.

Quindi in poche parole la superiorità Mercedes è evidente. Manifesta. Accettata e dichiarata anche da Elkann a fine gara. Le frecce d’Argento hanno raggiunto una posizione di dominio mai vista in Formula 1 e anche le statistiche lo confermano: 4 gare, 4 doppiette, zero noie. Questa vettura è talmente ben bilanciata che anche uno come Bottas riesce a guidarla da fenomeno. Forse sarà anche l’aria Caucasica, ma in queste zone geografiche (vedi Sochi) il finnico si trova alla grande. Domandone: riuscirà a dare filo da torcere a Luigi fino a fine anno? Questa è l’unica incertezza che ci riserva questo mondiale.

A proposito….Luigi? Ha dovuto mordere il freno. Sapeva che si giocava la vittoria in partenza, ci ha provato e gli è toccato guidare di rimessa. Probabilmente ne aveva di più, anche se il ritmo è stato imposto dal muretto ad entrambi i piloti.

Quando si dice piloti, come non parlare di Ferrari. Con tutti i problemi che ha la rossa, la stampa (ed il tifo) su cosa si concentrano? Sul fatto che Leclerc sta facendo meglio di Vettel, che non meritava il gioco di squadra in Cina e blablabla roba cotta e…ricotta. Il risultato? Un mucchio di pressione sul ragazzo la cui sessione di qualifica si è chiusa a muro come un rookie qualunque. Tuttavia in gara sul monegasco potevano azzardare la gomma dura per due motivi: temperature dell’asfalto elevate e soprattutto…non c’era nulla da perdere, solo da guadagnare. Ho sperato intorno al giro 22 (+23s su Verstappen) che provassero l’azzardo ma nulla. Insomma, si poteva fare.

La gara di Vettel è servita a capire che i grigi avevano ancora margine. Il tedesco è sempre stato tenuto a distanza di sicurezza: almeno due secondi. Gara solida, qualifica spinta, podio di stima. Per i miracoli al Seb serve un viaggio a Lourdes visto che non vince da agosto.

Begli spunti di Max Verstappen, ma anche lui fa quel che può. Interessante anche la gara di Gasly finita con una rottura meccanica. Dispiace per la penalità rimediata da Raikkonen in qualifica, perché il finnico ha comunque chiuso a punti e poteva giungere tranquillamente ai margini della Top 5. Kimi sta dando tanto valore al progetto Alfa Romeo, davvero un lavoro superlativo.

Superlative, ma non troppo, anche le due McLaren che piano piano stanno ingranando e dopo il doppio ritiro cinese arrivano la zoppia zona punti di Sainz e Norris.

Mentre scrivo mi chiedo ancora cosa ci stiano a fare Kvyat e Grosjean in questa Formula 1.

Disperse entrambe le Renault, a dispetto di un nome glorioso. La scena più bella? Ricciardo che con la retromarcia urta Kvyat. Per questo ha rimediato tre punti di penalità, con dieci punti sarà possibile ritirare un borsone Esso.

Come? La retromarcia? In questi giorni l’abbiamo vista così tante volte che c’era da piangere. Ma davvero siamo caduti così in basso? Tombini che saltano (povera Williams, piove sempre sul bagnato!), commissari inesperti ed un passaggio per arrivare a Piazza Castello così stretto che anche il Santo Patrono di Baku, portato a spalla, avrebbe qualche esitazione.

Per fortuna torniamo in Europa. Hasta luego!


Diario – Cina 2019

14 aprile 2019

Cosa volete che vi racconti di questa millesima (o presunta tale) gara di Formula 1?

Forse la cosa più bella l’ha fatta il ragazzino della Toro Rosso, Alexander Albon, il quale aveva letteralmente distrutto la propria vettura il giorno prima. Col senno di poi, vista la saluta del pilota, possiamo dire che la botta gli ha fatto bene visto il decimo posto finale.

Non si può dire lo stesso del suo compagno di squadra che durante il primo giro è riuscito a centrare entrambe le McLaren in un colpo solo, roba da pubblicità anni ‘90 del maxibon…two is megl che one! Il russo si è beccato pure un drive through, per poi ritirasi a due terzi di gara.

Ma perché vi parlo delle Toro Rosso e del maxibon?! Forse perché siamo tornati ai livelli degli anni 2014-2016 dove Mercedes fa/faceva quello che gli pare, vincendo anche senza mani o con gli occhi bendati.

Non è bello vedere la 1000esima gara di Formula1 con team storici come Williams, McLaren e anche Renault recitare ruoli di serie B, mentre gli avversari Ferrari e RedBull stanno li a lottare per raccogliere le briciole o a pensare di raccogliere la miseria del giro veloce all’ultimo giro. E’ davvero questa la F1 pensata dagli americani? A me pare che questa gestione a stelle e strisce pensi solo ad addobbare le manifestazioni con eventi di contorno, invitando gente famosa, peraltro usando grafiche e regie davvero imbarazzanti.

Tornando quindi alla gara….poteva andare così: Ferrari lasciava tutto com’era, Leclerc terzo, Vettel quarto, facevano due soste, un caffè, un ammazza caffè anzi due, facciamo tre e si andava fino alla bandiera scacchi come i trentatrè trentini: trotterellando.

Invece hanno preferito (comprensibilmente) fare cose relativamente a caso, cercando conigli in un cappello che offriva solo allocchi. Hanno provato a mirare al secondo posto usando entrambe le vetture, una che rallenta e una che attacca, ma quando sei senza mezzi hai poco da fare. E’ inutile, quindi, stare a chiedersi se si poteva fare meglio o peggio di così, le conclusione della giornata odierna è che in certi circuiti in Ferrari riescono (forse) a giocarsela con i rivali, in altri manifestamente no. Colpa della vettura difficile da settare o non ancora capita bene? Bho, non posso saperlo dal divano di casa.

Nota positiva di giornata per il team di Maranello: almeno Vettel non si è schiantato nel duello con Verstappen, anzi ne è uscito vincitore. Cosa che al pilota fa morale.

Dei primi ne parliamo alla fine: è durato tutto 300 metri, se la giocavano alla partenza, ma neanche più di tanto. Sul podio solite parole di circostanza. C’era pure baffo Moretti, all’anagrafe Dieter Zetsche, che da maggio dovrebbe lasciare la presidenza del gruppo Daimler, quindi quale migliore occasione della millesima gara per farsi vedere un po’ e festeggiare la vittoria.

Chissà se a Baku vedremo un copione diverso. Magari si farà anche festa per la 1001sima gara in quanto numero palindromo.

Saluti e buona Pasqua!


Diario – Bahrain 2019

1 aprile 2019

In Bahrain non ci va nessuno se non la Formula Uno.

Avete per caso visto una bella tribuna con tifosi allegri e ubriachi? Già che l’alcool lì non si può bere, quindi la conclusione è facile. No alcool, no party.

Quelli sobri (almeno…) stavano in pista a menarsi come non mai, senza distinzione del colore della pelle. Rosso contro rosso, grigio contro grigio, grigio contro rosso, giallo contro giallo contro blu…insomma un po’ tutti i colori Power Rangers (belli! Chi se li ricorda?) in un unico episodio.

Dai, ci siamo divertiti.

La Ferrari è tornata alla ribalta dopo la delusione di Melbourne. Adesso è palese che in Australia correvano col freno a mano tirato e questa sarà la zavorra per questa prima parte del mondiale. Tradotto, se parti con l’handicap…vuoi davvero vincere il titolo contro chi non sbaglia mai? Insomma, come recita un famoso hashtag….#benemanonBinotto.

Intanto Mercedes ha portato a casa la seconda doppietta ed il concetto è lo stesso del 2018. I grigi sanno quando spingere (leggi undercut), sanno usare i due piloti alla grande (vedi sorpasso di Ham su Vet) e sanno anche stare buoni nell’attesa che succeda qualcosa perché sono consci che in quel momento ne usciranno alla grande. Voci di bar sosterranno che Hamilton ha avuto culo. A me piace definirlo cinismo. Lewis oggi ha un livello di maturità come nessuno. Una spanna sopra, complice un team che lo supporta e sopporta alla grande.

Tuttavia la scena è stata senza dubbio di Leclerc, in formissima per tutto il week-end…tranne al momento dello start. E vabbè, possiamo capirlo. Così come possiamo capire il suo dispiacere per non aver vinto. Almeno ha portato a casa il primo podio, la prima pole ed il +1 per il giro più veloce. Complimenti, davvero c’è stoffa.

Note dolenti? Vettel, senza dubbio. Ancora indisposto ad accettare un sorpasso. Questa eccessiva resistenza gli fa male e continua a trascinarsela dalla stagione scorsa. Forse una vittoria, una pole o un momento felice potrebbe farlo tornare sulle giuste corde. Serve tutto il supporto della squadra e dei tifosi. Ovviamente le prossime due gare saranno le più importanti della stagione; serve necessariamente un prova di forza. Almeno il tedesco farà vincere il premio foto dell’anno a chi ha fatto lo scatto che sta girando su tutto il web.

Poca ma tanta roba per Bottas. Ha lottato un po’ all’inizio, poi è tornato a cuccia per quasi tutta la gara. Bravissimo nel collaborare nel gioco di squadra, bravo nel tenere lontano Verstappen, bravo a restare sornione per poi approfittarne. In quanto a cinismo anche lui non scherza, altrimenti non sarebbe stato un pilota di Toto Wolff. Intanto resta leader del mondiale, giusto per statistica.

Migliore attore non protagonista: Lando Norris, con una McLaren allegra con brio. Un altro ragazzo con potenziale. E’ andata male al suo compagno di squadra, ma d’altronde quando vai in guerra contro Verstappen sei un po’ come Mel Gibson in versione Braveheart (cuore impavido! Che sottotitolo abbiamo piazzato noi in Italia, eh?) e sappiamo tutti come è andata a finire.

Peccato, infine, per entrambe le Renault. Dopo averle viste pizzicarsi nel corso di una gara tutta loro (la famosa terra di mezzo…) come se fossero due fidanzatini. Mi piace immaginarli in un dialogo romantico del tipo: “chiudi prima tu”, “no tu”, “no tu”, “no tu”, “allora chiudiamo insieme”.

E così hanno fatto. Entrambi, alla prima curva a pochi passaggi dal termine.

Ci leggiamo in Cina!