Vorrei tanto essere all’interno dello stadio messicano a fare festa col dj, tequila e mezcal. Sarà una bella esperienza, seppur puzzi di americanata dalla testa ai piedi. Già che ci sono mi piace sottolineare il fatto che i due podi più belli del mondiale hanno un tricolore in comune.
Nazionalismi a parte, oggi la vera festa l’ha fatta chi sul podio non è arrivato. Cioè Luigi, pentacampione in appena dodici anni di carriera. Per farla breve, tra lui e Vettel le ultime stagioni hanno visto campioni soltanto: Raikkonen, Button e Rosberg. Luigino, invece, vanterà il fatto di aver vinto tutti i mondiali spingendo un Mercedes.
E’ doveroso spendere due parole in più sulla stagione di Lewis, intelligente sotto tutti i punti di vista. L’arma segreta di Hamilton è stata la fiducia concessa alla squadra, soprattutto in alcuni momenti di difficoltà comune. Il resto tutto manico suo.
Così come lo scorso anno, quindi, ha vinto Verstappen in quella che possiamo definire la pista RedBull. E’ stato bello vedere una qualifica con sei pretendenti, poi vinta da un Ricciardo cattivo, contento di aver fatto uno sgarbo a chi non ha voluto credere in lui. Peccato che Daniel si sia perso allo start e non sia stato in grado di reggere il confronto col compagno di squadra. Poi il destino è stato crudele nel levare all’australiano un podio sicuro.
Non so se Vettel sarebbe stato in grado di guadagnare la seconda piazza, ma gli austriaci hanno rischiato di fare una doppietta che in casa Ferrari in questo 2018 non si è vista, né probabilmente si vedrà. Sta anche in questi dati la chiave del mondiale, anzi dei mondiali, visto che recuperare 55 punti in due gran premi è una impresa molto ardua. La doppia sosta di Sebastian più che portare valore aggiunto ha rischiato di far perdere il secondo posto.
Un po’ anonima la gara dei finlandesi, costretti a lottare tra loro prima che gli pneumatici del team Mercedes crollassero per via di una usura ingiustificata, riaprendo scenari e polemiche sugli ormai famosi fori sui cerchi della casa a tre punte. Ma Ferrari (e RedBull) dov’erano quando c’era da far casino su queste cose?
Non mi è molto chiaro di come sia Ferrari che Mercedes abbiano perso la propria competitività all’improvviso, in momenti diversi della stagione. A Singapore ed in Russia Wolff & Co. sembravano imbattibili, oggi tutt’altro, con Bottas doppiato ed Hamilton a pochi secondi dal doppiaggio. Curioso.
Vince il premio migliore attore non protagonista: Charles Leclerc. Dispiace, invece, per Perez, vera anima della fiesta messicana. Che adesso se la spassa tra tequila e mezcal.
Ci leggiamo in Brasile!