- Cinquantesima (!) vittoria in carriera per Max Verstappen, quindicesima stagionale. Nel 2023 l’olandese ha vinto lo stesso numero di gare che un pilota come Jenson Button ha collezionato durante l’intera carriera. Nel club 50 Max raggiunge Vettel, M. Schumacher ed Hamilton.
- Scattato sesto, Verstappen trova la testa dopo 28 passaggi (!). Norris ed Hamilton gli hanno reso la vita meno facile del previsto, ma la RB19 é una obbligazione che paga bene a lungo termine, soprattutto in Texas, circuito vero.
- Poteva vincere Hamilton se…? Senza se e senza ma: no. Luigi ha corso una gara di altissimmo livello, ma non é mai stato nelle condizioni di attaccare la vittoria. Va comunque sottolineato che l’inglese ha aggiunto parecchio valore alla prestazione della vettura. Peccato per la squalifica.
- Norris é partito benissimo, ma l’agognata prima vittoria in carriera é sfumanta nel secondo stint di gara, quando – con le gomme dure – non é riuscito a tenere il ritmo per la medaglia. Provocazione: nel momento in cui andava fatta la differenza Lando é stato sottotono rispetto Max e Luigi, che non per niente sono pluricampioni del mondo.
- La provocazione di cui sopra si applica anche a Russell e Perez, un passo e mezzo indietro rispetto i compagni di squadra.
- Leclerc compie il percorso inverso di Verstappen, da primo a sesto. La mono-sosta non é stata la scelta migliore, ma anche con una doppia-sosta non avrebbe avuto la possibilitá di conquistare il podio. Al muretto hanno provato qualcosa di diverso, forse scommettendo su una safety-car, senza successo.
- Sainz guadagna un podio insperato grazie alla squalifica di Hamilton. Nel complesso gli uomini in rosso sono riusciti a recuperare qualche punto sulla Mercedes.
- Fanno festa anche in Williams dove arrivano i primi punti per Sargeant oltre che per Albon.
- Degna di nota la rimonta di Alonso, dopo la debacle in qualifica. Peccato che lo spagnolo sia stato costretto al ritiro quando mancavano poche tornate alla bandiera a scacchi. Tra ritirati e squalificati, Stroll si ritrova magicamente settimo, interrompendo un periodo parecchio negativo.
- Ocon colleziona il terzo ritiro nella ultime cinque gare, povera Alpine.
- Grazie al ritiro di Alonso, Tsunoda ha potuto montare le gomme soft che gli hanno permesso di far segnare il giro veloce della gara nel corso dell’ultimo passaggio.
- Non mi esprimo sulla gara Sprint perché non la trovo un concetto interessante, ma vi segnalo un ottimo punto di vista:
- https://www.f1web.it/2023/10/22/gare-sprint-al-sabato-ripensarle-o-abolirle-il-punto-di-verstappen-e-di-austin/
- Prossimo appuntamento in Messico tra pochi giorni!
Bullets – USA 2023
23 ottobre 2023Diario – USA 2021
25 ottobre 2021In Texas è andato in scena un vero e proprio duello western tra Verstappen ed Hamilton che hanno dato il meglio e buttato il cuore oltre l’ultima curva. Un duello a distanza, basato sui tempi di reazione allo start, sulla strategia nel corso della gara e sui nervi nel finale. Sia Max che Luigi hanno recitato la loro parte in modo esemplare ed alla fine l’ha spuntata l’olandese.
Al Circuit of the Americas Lewis aveva subito raddrizzato la situazione alla partenza guadagnando così la testa della corsa, ma poi è mancato…Bottas. Si, Bottas! Senza lo scudiero finlandese, Max ha potuto far leva sull’undercut, sparando così tre giri a tutta per guadagnare anche più del dovuto e sopravanzare Hamilton nel momento in cui si è avviato al primo cambio gomme.
Da lì in poi a Luigi serviva qualcosa di nuovo, così abbiamo visto due strategie simili ma diverse. Ad un certo punto mi è sembrato di assistere ad una regata di American’s Cup, dove i duellanti strambavano e virano uno in funzione dell’altro. Alla fine dei giochi ha vinto chi stava davanti perchè, parliamo chiaro, con due vetture di ugual livello il sorpasso in pista non è poi così facile, salvo mescole diverse o imprevisti in stile Monopoli come pioggia, incidenti, safety cars e vai in prigione senza passare dal via.
Dietro i concorrenti in corsa per l’ElDorado è arrivato Perez, utile soltanto ad impedire un pit-stop troppo anticipato ad Hamilton nelle fasi iniziali di gara. Poi il messicano si è perso, o meglio non è riuscito a tenere il passo degli altri, cioè dei più bravi. A sua difesa si può anche dire che il team lo ha messo su pinne gialle quando era chiaro – forse lampante – che la gomma da gara fosse quella bianca. Ad ogni modo Sergione non aveva le carte in regola per restare agganciato al duo di testa, quindi lo aspettiamo in Messico.
Alle spalle del podio è andato in scena un altro duello interessante, quello tra Ferrari e McLaren, con la rossa molto sul pezzo come certifica il quarto posto in solitaria di Leclerc. E’ andata meno bene a Sainz, in perenne duello con Ricciardo e poi beffato da uno sciapito Bottas nel finale. Tra le rosse rinvigorite e le papaye appannate ballano appena quattro punti pertanto il finale di stagione sarà interessante.
Peccato per il ritiro di Gasly, altrimenti i primi dieci posti sarebbero stati occupati da RBR, Mercedes, Ferrari, McLaren ed AlphaTauri, così come accaduto in qualifica. Il decimo posto, quindi, lo ha acciuffato Vettel, complice il grossissimo tonfo del team Alpine che ha visto entrambi i piloti ritirati.
La prossima sarà tra due settimane in Messico. Riposatevi così come ha fatto il sottoscritto nel corso dell’ultimo mese. Lo so che lo avete notato!
Give me 5! – USA 2019
4 novembre 2019“Give me five!” è nata anni fa per rimpiazzare quella che è stata indubbiamente una rubrica seguitissima su questo (e su altri) blog per parecchie stagioni: “Da zero a dieci”. Ho poi abbandonato quel format in quanto diventato troppo popolare per basarmi su qualcosa di più semplice e meno vincolato a schemi particolari, se non uno: devono essere cinque punti.
Oggi voglio fare un mix, dando un solo voto che cambia in funzione del punto di vista. Cominciamo.
Voto 1. A Valtteri Bottas. Pole e vittoria per lui, la festa invece è per Luigi. Insomma, mai una gioia per il finnico che dopo i botti di inizio anno è entrato in letargo prima, in zerbinaggio poi ed in primavera (seppur sia autunno) nel finale. In ottica 2020 è l’uomo giusto in casa Mercedes. D’altronde squadra che vince non si cambia. Barrichello.
Voto 1. All’ennessima pagliacciata Liberty Media. Diciamoci la verità: gli americani da quando sono arrivati hanno semplicemente puntato alla valorizzazione del brand F1. Un nuovo logo, un nuovo sito, più accessibilità ai contenuti virtuali, più interazione sui social passando per le innumerevoli scene da libro cuore regalate a destra e manca e le celebrazioni del caso come le 1000 gare. Stavolta hanno curiosamente riservato un posto per il campione del mondo, perché parlandoci francamente sui record dell’inglese ci stanno marciando su parecchio. Hanno lavorato tanto sulla fuffa, ma sullo sport meglio sorvolare. Americanata.
Voto 1. Alla Ferrari. Serviva una week-end decente per sminuire le accuse portate avanti da RedBull (con l’appoggio di Mercedes secondo i rumors…). Invece è stata una Corea, seppur si correva in USA. Vettel ha subito un brutto cedimento strutturale dopo pochi giri, mentre Leclerc è stato vittima di un pasticcio al box. Serviva una risposta, è arrivata. Immaturi.
[P.S. Come spiega Giusto Ferronato sulla Gazzetta, la misurazione dei flussi di carburante avviene per intervalli, quindi RedBull ha chiesto chiarimenti sulla possibilità di pompare più carburante tra un intervallo ed il successivo, come si pensa stiano facendo a Maranello. Il chiarimento della FIA è arrivato: ciò è irregolare. Tuttavia le Ferrari non sono state trovate irregolari.]
Voto 1. A Max Verstappen. Non tanto per la gara, bensì perché certe cose non si dicono in assenza di prove. Ad una tv olandese (Ziggo TV) Max ha detto che – con riferimento al PS di cui sopra – la “Ferrari ha smesso di barare”. Accuse pesanti che arrivano dopo il battibecco avuto con Hamilton post Messico. Bomba boomerang.
Voto 1. A Lewis Hamilton. Perchè per quanto valga il 44, 1 è sempre il numero del vincitore. In una stagione facile ha comunque trovato il modo di fare cose difficili e farle sembrare banali. Mai un errore, mai sazio, mai domo. Campione del mondo. Campione del mondo. Campione del mondo. Campione del mondo. Campione del mondo. Campione del mondo. Campione del mondo?
Diario – Usa 2018
23 ottobre 2018Se avete un giorno fortunato nella vita, segnatelo sul calendario perché potrebbe succedervi qualcosa di speciale. Raikkonen, evidentemente, questo giorno ce l’ha ed è il 21 ottobre. Undici anni fa vinse il campionato del mondo, ieri ha vinto quella che – forse – potrebbe risultare l’ultima vittoria della sua lunga carriera in F1, anche se gli mancheranno ancora due anni da trascorrere proprio su quella Sauber su cui debuttò nel 2001. Insomma, un finale da libro cuore.
Eppure il legame tra Kimi ed i tifosi ferraristi è abbastanza curioso. Quando non combina nulla gliene dicono di tutti i colori, poi quando vince, tutti lì con gli occhi a cuoricino. Stamani ho incontrato molte persone che con una certa allegria mi hanno detto: “hey, hai visto? Ha vinto Kimi!”. Con un sorrisone stampato tra le labra sicuramente piacevole. Piacevole perchè uno sport o un pilota che influisce sul tuo umore, nella buona o nella cattiva sorte, è sinonimo di coinvolgimento.
Il tifoso italiano ferrarista medio (di seguito “tifm”) è così passato dal celebrare allegramente Kimi, al criticare pesantemente Vettel per l’ennesimo errore. Ormai ho perso il conto anche io. Insomma, al tifm piace stare sul carro dei vincitori nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia. Dopo Hamilton, Bottas e Verstappen, Vettel ha battezzato anche Ricciardo completando l’opera per quest’anno. Possiamo definirlo un collezionista.
Scherzi a parte, è evidente che il tedesco sia in un tourbillon negativo da cui non riesce ad uscire. Vuoi perchè il mondiale è ormai andato a gambe all’aria, quindi i ruota o ruota a questo punto se li gioca tutti, vuoi perchè la foga nel recuperare gioca spesso brutti scherzi e limita la lucità. Ben vengano questi errori, ma alla perseverazione c’è un limite, che lui ha raggiunto e sorpassato. Bella poi la gara di Seb nel recuperare fino al quarto posto, ma il tedesco deve (ancora) imparare che per fare tre passi avanti a volte serve un passo indietro, come recita il ballo del pinguino, tanto di moda a fine anni ’90.
Il passo indietro – al fine di farne uno avanti domenica prossima – lo ha fatto così Lewis, tanto vicino nel sorpassare Verstappen nel finale. Serviva prendere qualche rischio in più che l’inglese ha voluto evitare, sperando solo in un errore di Max. C’è da dire che in casa Mercedes hanno provato una strategia a due stop davvero senza senso, perchè quando queste gomme le strapazzi va a finire che si sgretolano. Ringrazia così Verstappen, autore di una gara monstre, intelligente e piena di ritmo, soprattutto sulle supersoft. Oltre alla bellissima tuta indossata dagli scudieri RedBull, le lattine blu avevano tanta prestazione e la differenza di motore non è sembrata così abissale come visto in altri circuiti. Peccato per Ricciardo, ormai nelle vesti di Calimero.
Domenica anonima e da servitù (di passaggio) per Bottas, il cui comportamento in pista è ormai totalmente gestito dal muretto. In una gara come questa, certe scene poco simpatiche allo sport potevano essere gestite meglio. Dal momento il cui Valtteri ha firmato il rinnovo con Mercedes il suo ruolo è cambiato notevolmente: da gregario a schiavo. Chissà se una volta liberato da vincoli di assistenza gli verrà concessa una chance di vittoria.
Torna il sorriso in casa Renault, che con il sesto e settimo posto di Hulkenberg e Sainz, fa un notevole passo avanti verso la conquista del quarto posto costruttori. Chiudo con un plauso a questo bellissimo circuito che – ancora una volta – ci ha fatto divertire fino all’ultima curva.
Ci leggiamo in Messico!
Diario – USA 2017
22 ottobre 2017Non è bello ritrovarsi praticamente di notte a scrivere questo commento, ma è sempre meglio farlo adesso che beccarsi una levataccia come quella del Giappone. Al giorno evidentemente preferisco la notte. Cosa che peraltro ve ne può fregar de meno, direte voi. Con tutte le ragioni del caso.
Ha vinto quindi Bolt.
Ah, no. E’ semplicemente arrivato prima sul podio. Però Bolt arriva sempre prima ovunque tranne alla cassa quando c’è da pagare il conto. Così si dice in giro. Secondo, ma realmente primo: Lewis, con una certa facilità, ma anche no.
Alla partenza Vettel ha sì guadagnato la posizione,ma l’inglese non gliel’ha lasciata facilmente. E poi si è andato a riprendere la vittoria con un sorpasso senza fronzoli col tedesco forse colto di sorpresa. Un altro pilota magari restava secondo e via, ma non Lewis. E’ anche vero che il passo della Mercedes 44 era notevolmente migliore, ma la controprova sta nella prestazione di Bottas. Lewis questo mondiale l’ha vinto perchè ha il macchinone e sa come usarlo. Sempre. Alla perfezione.
Il resto del podio è quindi rosso, con una bella prestazione dei drivers in grado di tenere dietro la Mercedes 77, nonostante l’enorme divario di potenza. Bisogna anche dire che il finnico grigio ultimamente dorme, eppure tanto.
Quindi il pilota del giorno: Max Verstappen. Non è la prima volta che in RedBull riescono a risalire dalle retrovie, d’altronde il divario tecnico rispetto le altre vetture non-top è importante. Ho una mia personalissima teoria che spesso le gare sono più lente di quanto dovrebbero essere, per ovvi motivi di strategia. E quando arriva qualcuno a scombussolare le cose, tutto cambia. In RBR ci hanno provato e ci hanno preso. In Ferrari hanno fatto bene a reagire, seppur all’inizio ho pensato che per l’ennesima volta avevano commesso un errore.
Poi la differenza l’ha fatta Max. Penso ed ho pochi dubbi sul fatto che Ricciardo al posto dell’olandese non avrebbe mai sopravanzato Kimi. La differenza tra i due sta nell’arroganza, nella cazzimma. Per questo gli austriaci punteranno su Max nella speranza di rivincere un mondiale quanto prima, scaricando Ricciardo da fine 2018. Sono scelte e sembrano avere senso.
Per il resto ci siamo divertiti, complice un circuito che si sposa bene con le caratteristiche delle F1. Ci siamo divertiti anche sul podio con gli occhiali di Kimi, Bolt ed Hamilton a scambiarsi le coccole e perfino una comparsata di Bill Clinton.
Adesso potete andare a dormire, sempre che Bolt non vi abbia fregato il posto.
Diario – USA 2013
18 novembre 2013Otto, simbolo di infinito posto verticalmente. Ecco quindi che Vettel ammazza anche il gran premio degli USA centrando a) il record delle 8 vittorie consecutive in una stessa stagione; b) il quarto hat-trick stagionale dopo Spa, Monza e Corea. Dopo aver battuto gli altri il tedesco cerca di battere i record del passato ed in Brasile avrà l’opportunità di eguagliare il record di 13 vittorie stagionali conseguito da Schumacher nel 2002 (in cui vennero corsi 17GP).
Insomma, messo da parte il tedesco cannibale guardiamo al podio che vede un ottimo Grosjean secondo e Mark Webber prossimo alla pensione. Ormai è evidente che l’australiano corra senza agonismo, perchè in partenza poteva lottare un po’ di più al fine di mantenere la seconda o la terza piazza, ma pazienza.
Tra gli “annoiati” della situazione riappare Hamilton, quarto, qui vincitore lo scorno anno. Stimo tantissimo l’inglese, ma Lewis è sempre stato così (troppo) altalenante. Proprio oggi dicevo ad un amico sudamericano: “Vedi quando Hamilton trova il week-end al top non c’è nessuno che tenga, perchè in qualifica è un mostro ed in gara se tutto va come deve andare lo vedi al traguardo. Il problema è che questo stato di grazia lo raggiunge due volte l’anno, non so perchè”. Gare esempio: Monza 12, Ungheria 13. Quindi quando vedo l’Hamilton degli ultimi mesi così demotivato, è un po’ uno spreco di tutto questo popo’ di talento puro.
Buttando un occhio in Ferrari, si spera di finire questa annata quanto prima, perchè lottare con Hulkenberg, Perez e Bottas non può essere lo standard di Alonso. E lo spagnolo ha tutto il diritto di essere abbastanza scocciato per l’annata, anche se oggi si è ufficialmente confermato vicecampione del mondo per il secondo anno consecutivo. Il suo compagno di sventura, leggasi Massa, ha sì un accordo con la Williams per il 2014, ma se fosse in cerca di un sedile non si sta certamente vendendo bene. Anzi, direi proprio il contrario.
Su Hulkenberg ormai si sprecano fiumi di parole. Lui merita un Top Team, è giovane quanto Vettel ma non ha avuto la stessa “fortuna” nel trovare un team che puntasse seriamente su di lui, nonostante abbia usufruito dei “servizi” di Willi Weber fino al 2011.
Per chiudere, poteva andare meglio a Kovalainen, peraltro costretto al cambio d’ala e limitato da problemi al Kers, pero’ sarebbe stato bello rivedere un pilota italiano in griglia dopo quasi due anni.
“Da 0 a 10” – Le pagelle del Gp di Austin
21 novembre 2012Poteva già essere finita la storia di questo 2012, ma non sarebbe stato corretto chiudere questa stagione ad una gara dal termine senza il brivido finale. Ci ha pensato così Lewis Hamilton a fare da giudice nella lotta al titolo che fino a Singapore riguardava anche lui. Adesso si andrà in Brasile per l’ultimo appuntamento stagionale con Vettel davanti ad Alonso di 13 punti. Noi ci fermeremo a 10, partendo da 0 come nostro solito. “Da 0 a 10”, capitolo 19: Austin.
VOTO 0 ALLA PENALITÀ DI MASSA
Una triste, tristissima manovra sportiva che non verrà dimenticata facilmente. Dopo Zeltweg 2002 e il famoso “Fernando is faster than you” in Ferrari hanno deciso di sacrificare Massa già sulla griglia di partenza. Un gesto servito comunque a poco visto il potenziale della rossa in gara.
EVITABILE
VOTO 1 ALL’AFFIDABILITÀ REDBULL
Continuano i problemi all’alternatore in casa RedBull, fortunatamente per loro sulla vettura di Webber. Dopo Valencia, Monza ed India i bibitari non sono riusciti a risolvere il problema alla radice, cosa che preoccupa un po’ all’alba dell’ultimo GP stagionale.
ALTO FRAGILE
VOTO 2 AL TEAM MERCEDES
Per la quinta volta consecutiva non coglie alcun punto nonostante il quinto tempo ottenuto da Schumacher al sabato. In gara il pilota tedesco scivola in pochi giri nelle retrovie a causa dell’inesistente grip della W03. Lo abbiamo già detto più volte: se in tre anni i problemi non vengono risolti allora c’è qualcosa di serio che non va, vedi l’inesistente week end di Rosberg anch’egli passeggero della propria auto. Forse Hamilton si è già pentito della scelta fatta.
INESISTENTE
VOTO 3 A PAUL DI RESTA
Un’altra gara flop che lo accompagna malinconicamente verso il fine stagione. Sarà deluso per la mancata “promozione” in un Top team, ma il Paul visto fino a settembre era davvero un altro pilota.
DEPRESSO
VOTO 4 AL RAPPORTO VETTEL-ALONSO
I due lottatori non si degnano di uno sguardo, perchè detto sinceramente non si amano più di tanto. A partire dal giovedì fino alla cerimonia del podio sembra di rivivere l’era glaciale. Chissà dopo San Paolo se riusciranno a degnarsi di uno sguardo.
GELIDO
VOTO 5 A KAMUI KOBAYASHI
Non chiude ultimo perchè Schumacher e Di Resta sono stati gli unici a passare per ben due volte dalla corsia box. Per il resto è un naufrago nel circuito di Austin, a differenza del compagno di squadra che chiude ai margini della zona punti.
MARINAIO
VOTO 6 A FERNANDO ALONSO
Forse a causa degli ultimi aggiornamenti non riesce a tenere il passo di Massa in qualifica, ma in gara il suo scatto vale tutto. Il resto è semplice amministrazione. Accoglie con piacere il ritiro di Webber che gli regala un podio insperato il giorno prima.
CREDENTE
VOTO 7 A FELIPE MASSA
La retrocessione “per gentile concessione” gli permette di levarsi qualche sassolino dalla scarpa dopo l’ottima prestazione messa in mostra sul nuovo circuito di Austin. In qualifica fa meglio del compagno, in gara il suo passo è superlativo, cosa che gli permette di chiudere ai margini del podio. “Non so quanti altri piloti avrebbero accettato la penalità” commenta a fine gara, ma il brasiliano conosce già la risposta.
RIGENERATO
VOTO 8 A SEBASTIAN VETTEL
Si adatta come nessun altro al nuovo circuito americano, rifilando già al venerdì distacchi superiori al secondo. Il suo vantaggio si riduce al sabato e la domenica si gioca la vittoria con Hamilton, resistendo finchè può agli attacchi dell’inglese. Chiude secondo, cosa che gli permette di andare in Brasile con un vantaggio di tredici punti.
CAMALEONTE
VOTO 9 AL CIRCUITO DI AUSTIN
Bello. A stelle e strisce come logica americana vuole. Il nuovo progetto di Tilke è davvero una perla di rara bellezza in una zona geografica non abituata a circuiti per le F1. Salite, discese e curve veloci rendono questo tracciato davvero entusiasmante a detta dei piloti e dei tifosi che hanno letteralmente invaso le tribune ed i prati.
MERAVIGLIOSO
VOTO 10 A LEWIS HAMILTON
Unico e solo a poter contrastare Vettel prima in qualifica e poi in gara. L’inglese è davvero in forma e dopo le delusioni di Singapore ed Abu Dhabi torna al successo nella terra dei cowboys. La McLaren, in assenza di problemi meccanici, è sempre al Top e lui la guida da Dio. Almeno fino al Brasile.
COWBOY
Tutto rinviato: vince Hamilton, Vettel a +13 su Alonso
21 novembre 2012Il primo match-ball per Vettel è andato perso perchè come recita un noto proverbio: tra i due litiganti il terzo gode. Ed il terzo in questione è Lewis Hamilton, intromessosi tra i duellanti al titolo al fine di far segnare per primo il suo nome tra quelli dei vincitori del nuovo gran premio di Austin appena confezionato da Tilke&Co. Vettel così guadagna tre punti ad Alonso portando il suo vantaggio a +13 e rimandando le sorti di questo titolo iridato all’ultimo appuntamento stagionale tra sette giorni in Brasile.
Il momento chiave della gara è il giro 43, quando Hamilton, forte dell’uso del DRS riesce ad approfittare dei doppiati che intralciano il cammino di Vettel e liquida il tedesco in staccata senza troppa difficoltà. Come logica vuole l’attuale leader del mondiale non ha opposto grande resistenza, anche perchè l’obiettivo odierno era quello di fare più punti di Alonso, giunto terzo con una Ferrari che in gara è bella e lontana parente della controfigura vista ieri nel corso delle qualifiche. A testimonianza di ciò basta volgere lo sguardo al quarto posto, dove la prestazione di Felipe Massa dà all’occhio se considerato che il brasiliano ha preso il via dall’ undicesima posizione.
Sì, perchè in casa Ferrari hanno fatto qualcosa che non si è mai visto in tanti anni di Formula 1: far penalizzare volutamente Massa al fine di far partire Alonso dalla settima piazza, cioè dal lato pulito. Il brasiliano però è stato autore di una grande gara che lo ha riportato tra i primi quattro, mentre il compagno di box sigillava il terzo gradino del podio dopo l’ennesimo inconveniente accorso a Webber al 17esimo passaggio. Nonostante ciò in RedBull è un giorno di festa poiché il secondo posto di Vettel assegna il terzo titolo costruttori alla corte di Horner&Co.
Bella rimonta anche di Jenson Button, partito con le dure dalla decima posizione e quinto al traguardo davanti le Lotus di Raikkonen e Grosjean. Il finnico ha avuto l’opportunità di sopravanzare Alonso il quale ha perso secondi preziosi nel corso dell’unico cambio gomme, ma in casa Lotus hanno commesso lo stesso errore nel fissaggio della posteriore destra vanificando il bonus offerto dalla casa di Maranello.
Chiudono la zona punti Hulkenberg, Maldonado e Senna, con il pilota venezuelano scatenato nel finale ed autore di un sorpasso di forza ai danni del teammate. Continua il momento no della Mercedes, ancora una volta fuori dalla zona punti nonostante l’ottima qualifica fatta segnare da Schumacher. Il pilota tedesco è precipitato in fondo al gruppo in men che non si dica, mettendo in mostra tutte le difficoltà della vettura, probabilmente legate all’usura degli pneumatici. Difatti Schumacher è stato l’unico pilota insieme a Paul Di Resta ad effettuare due soste ai box.
Termina ai margini della zona punti Sergio Perez, tornato a disputare gare “normali” dopo le ultime che lo hanno visto spesso protagonista di numerosi incidenti. Prestazione di rilievo, infine, per Daniel Ricciardo dodicesimo al traguardo davanti la Mercedes di Nico Rosberg.
Pos Pilota Team Durata 1. Hamilton McLaren-Mercedes 1h35:55.269 2. Vettel Red Bull-Renault + 0.600 3. Alonso Ferrari + 39.200 4. Massa Ferrari + 46.000 5. Button McLaren-Mercedes + 56.400 6. Raikkonen Lotus-Renault + 1:04.400 7. Grosjean Lotus-Renault + 1:10.300 8. Hulkenberg Force India-Mercedes + 1:13.700 9. Maldonado Williams-Renault + 1:14.500 10. Senna Williams-Renault + 1:15.100 11. Perez Sauber-Ferrari + 1:24.300 12. Ricciardo Toro Rosso-Ferrari + 1:24.800 13. Rosberg Mercedes + 1:25.500 14. Kobayashi Sauber-Ferrari + 1 lap 15. Di Resta Force India-Mercedes + 1 lap 16. Schumacher Mercedes + 1 lap 17. Petrov Caterham-Renault + 1 lap 18. Kovalainen Caterham-Renault + 1 lap 19. Glock Marussia-Cosworth + 1 lap 20. Pic Marussia-Cosworth + 2 laps 21. De la Rosa HRT-Cosworth + 2 laps 22. Karthikeyan HRT-Cosworth + 2 laps Giro veloce: Vettel, 1:39.347 Non classidicati/ritirati: Pilota Team Al giro Webber Red Bull-Renault 17 Vergne Toro Rosso-Ferrari 15 Classifiche mondiali: Piloti: Costruttori: 1. Vettel 273 1. Red Bull-Renault 440 2. Alonso 260 2. Ferrari 367 3. Raikkonen 206 3. McLaren-Mercedes 353 4. Hamilton 190 4. Lotus-Renault 302 5. Webber 167 5. Mercedes 136 6. Button 163 6. Sauber-Ferrari 124 7. Massa 107 7. Force India-Mercedes 99 8. Grosjean 96 8. Williams-Renault 76 9. Rosberg 93 9. Toro Rosso-Ferrari 22 10. Perez 66 11. Kobayashi 58 12. Hulkenberg 53 13. Di Resta 46 14. Maldonado 45 15. Schumacher 43 16. Senna 31 17. Vergne 12 18. Ricciardo 10