Bullets – Azerbaijan 2023

30 aprile 2023

  • Perez va via da Baku con due vittorie, o forse una e mezza, come sottolineato dallo stesso messicano. Valore della sprint a parte, Checo ha fatto quello che doveva durante la gara del sabato, mentre gli é andata particolarmente bene durante la gara domenicale. Tenere dietro Max non era facile e lui ci é riuscito egregiamente. Puó lottare per il titolo? Secondo me non ha la costanza per affrontare tutta la stagione al top. Non si puó vincere solo sui cittadini.
  • Abbiamo visto Max un po’ nervoso al sabato dopo un contatto con Russell durante la sprint. Reazione un filo esagerata a mio avviso. Se a toccarlo fosse stato Alonso o Hamilton, il campione del mondo in carica li avrebbe affrontati allo stesso modo? In gara ha perso la vittoria per una chiamata sbagliata da parte del box. Resta comunque in testa al campionato.
  • Dopo il weekend sottotono di Melbourne, Leclerc é arrivato a Baku molto carico. Doppia pole per lui, sintomo della velocitá ritrovata con il mezzo. In gara non c’é stata storia, i bibitari avevano circa 8 decimi di vantaggio sul passo gara. Non certo bruscolini.
  • Questo weekend é stato Sainz quello sottotono. Alonso lo ha imbucato con troppa facilitá nel momento in cui la gara é ripartita dopo l’ingresso della SC. Zorro ha fatto quello che meglio gli riesce: massimizzare il risultato considerate la capacitá del mezzo. A Baku, la AMR23 non ha brillato come negli appuntamenti precedenti.
  • Mercedes é comunque lí a giocarsela con Aston Martin e Ferrari. Bene Russell al sabato, mentre Hamilton ha messo in mostra tutta la sua esperienza in gara. Punti in cascina in attesa di novitá importanti.
  • Hulkenberg ed Ocon hanno corso praticamente tutta la gara su coperture hard nella speranza di una SC o di bandiera rossa da metá gran premio in poi. Non é successo, quindi per entrambi zero punti.
  • Nyck De Vries a muro é stata quasi una costante del fine settimana. Serve una svolta importante considerato che in RedBull non sono stati mai troppo pazienti.
  • Il nuovo formato, introdotto proprio a partire da Baku, non mi entusiama. Una prova, due qualifiche e due gare. Mi sembra troppo lungo. La pole sprint lascia il tempo che trova, mentre la gara sprint é la figlia di un dio minore. Ha davvero senso?
  • Prossimo appuntamento tra 7 giorni a Miami.

Bullets – Azerbaijan 2022

12 giugno 2022
  • Mazzata pesante in casa Ferrari la cui trasferta azera si è trasformata in una Corea nonostante l’ennesimo sabato sugli scudi. A detta di Binotto la crescita in potenza della power unit ha avuto un risvolto negativo sull’affidabilità.
  • In Formula 1 l’equilibrio tra prestazione ed robustezza è la chiave per la vittoria. Come ho già detto in passato, non sarà facile tenere il passo di RBR la cui struttura aziendale e sportiva è ben oliata da anni e non per niente sono i campioni in carica.
  • Peccato perchè stavolta al muretto gli uomini in rosso sono stati molto reattivi nell’approfittare della prima VSC ed il pit stop anticipato aveva messo Leclerc sulla via della vittoria, nonostante i 42 giri da affrontare su coperture hard. A giudicare dall’evoluzione della gara Charles avrebbe davvero potuto vincerla…nel momento in cui fosse arrivato al traguardo.
  • Hanno invece dormito gli uomini RedBull che sono rimasti in pista con entrambe le vetture anzichè approfittare del vantaggio offerto dalla VSC. A fine gara Perez ha dichiarato che qualcosa non ha funzionato nella comunicazione. Il messicano ha patito la maggiore usura gomme rispetto Max ed è proprio lì dove ha perso la gara.
  • A proprosito di Max: ormai corre con la testa del campione. Sa di avere di una bella macchina sotto le natiche, evita di prendere rischi e pensa al campionato, approfittando delle difficoltà altrui. In più, quando arriva il momento, sa come colpire.
  • Stessa cosa dicasi per Russel, solido, solidissimo. Lui è sempre lì, in terza fila. Se qualcuno sbaglia ne approfitta e porta a casa il podio, come accaduto oggi. Corre come se fosse un veterano nonostante sia il primo anno dove sgomita con il gruppo di testa. Il vero veterano – Luigi – continua a fare fatica nel portare punti pesanti a casa. Oggi c’è riuscito, ma l’esagerato porpoising l’ha notevolmente provato. In altre parole il porpoising è come una sbornia, a 24 anni sei fresco e pettinato come George, a 37anni sei a pezzi come Lewis.
  • Ennesima gara sopra le righe per Sebastian Vettel, sesto nonostante il mezzo non proprio all’altezza. Chiedete conferma a Stroll che tra ieri ed oggi ha sofferto parecchio. Dove serve il pilota Seb porta valore aggiunto, a Montecarlo come a Baku.
  • Finalmente arriva una boccata d’ossigeno per Gasly e per l’AlphaTauri. Ottimo quinto posto per il francese. Tsunoda senza il problema all’ala posteriore avrebbe chiuso a punti. L’ala fissata con il nastro adesivo metallico (potete vederla qui: https://www.express.co.uk/sport/f1-autosport/1624279/fia-yuki-tsunoda-alpha-tauri-wing-drs-failure-azerbaijan-grand-prix) è una scena romantica da anni ’70 che avrà ripercussioni nei prossimi giorni, perchè è un spot orribile per la sicurezza in pista (nonostante abbia funzionato).
  • Ocon si è confermato un osso duro prima con Vettel, poi con Hamilton ed infine con Tsunoda. Il francese ha portato a casa un punto, ma la strategia del team non è stata delle migliori. E’ andata meglio ad Alonso, settimo.
  • Aria frizzante in casa McLaren con Norris più veloce di Ricciardo nella parte finale di gara, nonostante l’australiano disponesse delle coperture medie. Lando ha inizialmente desistito nella speranza che Daniel sopravanzasse Alonso, poi – a due giri dal termine – ha capito che non c’era trippa per gatti e neanche per lui. Dalla prossima gara troverà il modo di essere più malizioso.
  • L’ottavo posto è una bombola molto ricca di ossigeno per Ricciardo che interrompe così un trend negativo.
  • Alfa Romeo ed Haas non pervenute complici le noie della power unit Ferrari. Dispiace per Zhou che stava facendo bene fino al momento del ritiro.
  • Preparate le valigie! Si torna a Montreal tra sette giorni! Di certo non possiamo dire che questo sia un calendario intelligente, sopratutto nell’era della budget cup.

Diario – Azerbaijan 2021

6 giugno 2021

Checo questa vittoria l’ ha meritata forse più di Max. Partito sesto ha subito infilato Sainz e Gasly, ha poi sopravanzato Leclerc per accodarsi al duo Hamilton-Verstappen. Ha dato il meglio di sè in prossimità del cambio gomme ed era anche nelle condizioni di sorpassare il compagno di squadra se il team non avesse commesso un piccolo errore durante la sosta. Ha resistito ad Hamilton ricacciandolo al proprio posto per tutto il resto della corsa e lo ha costretto al lungo nel momento cruciale della domenica e della stagione: la ripartenza a due giri dal termine. Ha vinto, ha meritato ed adesso è anche lui in lotta per il titolo mondiale.

Ovviamente il momento chiave è stato il ritiro di Verstappen per via di una gomma Pirelli esplosa a pochi giri dal termine. Alla fine a Max è andata bene. Esce da leader del mondiale da Baku, dove poteva ottenere 10+1 punti in più sul rivale, ma anche 18 in meno. Come si dice nel gergo urban: nella sfiga gli è andata bene.

Permettetemi di aprire una parentesi – l’ennesima – sull’era gomme Pirelli. In questo blog ho spesso criticato il fatto di portare compound estremi in circuiti tosti. Di esplosioni ne abbiamo viste fin troppe, non ultime quelle di Silverstone lo scorso anno, ma anche Silverstone 2017, Austria 2016, Belgio 2015, Silverstone 2013…ho letteralmente perso il conto. La media è quella di un cedimento a stagione. Quanto sono sicure sono queste Formula 1 con pneumatici che esplodono in pieno rettilineo? Perché non c’è qualcuno della stampa che porti un’analisi come si deve mettendo tutto questo in risalto? Dal punto di vista della sicurezza non c’è altro da aggiungere. Dal punto di vista sportivo – invece – vedere un fattore esterno influenzare così tanto una stagione ad oggi tiratissima è ridicolo, seppur le variabili esterne sono sempre quelle che indirizzano nel bene e nel male le stagioni di ieri, di oggi e di domani. Ridateci Bridgestone. Chiusa parentesi.

E Luigi? Ha fatto la minchiata, ha chiesto troppo. In Mercedes hanno sofferto tutto il weekend, ma erano riusciti a trovare la giusta quadra per limitare i danni. In qualifica Lewis ha fatto segnare il secondo tempo, approfittando della non marcatura dei rivali. Saranno anche piccoli dettagli, ma Ferrari ha marcato le frecce d’argento – ora nere – ed ha portato a casa la pole, mentre in RBR hanno forse peccato d’arroganza. In gara il muretto Petronas ha avuto paura dell’undercut e per questo ha anticipato il cambio gomme di Hamilton, sbagliando perchè la strategia giusta era quella dell’overcut, vedi Perez e vedi Vettel. Poi, nel momento clou, è mancato il pilota. Certo, se avesse vinto avremmo parlato di un Lewis mai sazio, ma qui Luigi ha lasciato 18 punti che pesano e pesano tanto. Bottas? Non pervenuto. In una lotta così serrata Toto deve assoulutamente recuperarlo. Ormai lo recito come se fosse un rosario: i secondi piloti servono come il pane, vedi Perez oggi.

Altra prestazione brillante per Vettel dopo quella offerta a Montecarlo. Il tedesco ha gestito benissimo gli pneumatici nella prima fase di gara, ha allungato il primo stint e nel momento in cui si è ripartiti dopo l’ingresso della prima SC ha infilato Leclerc e Gasly. Primo podio per Aston Martin e doppia botta morale sia per il pilota che per il team.

Morale alle stelle anche in casa AlphaTauri a podio con Gasly dopo la lotta a tre in compagnia di Leclerc e Norris. La scuderia italiana è stata in palla per tutto il week end, vedi il settimo posto di Tsunoda, giusto alle spalle di un Alonso che ha svoltato le proprie sorti nel finale. Botta morale anche per lui.

Meno morale, invece, a Maranello, soprattutto dopo la pole ottenuta ieri. Sainz ha dimostrato che ancora non riesce ad avere un rendimento costante. Si è girato in qualifica ed è andato lungo in gara, insomma weekend sotto le aspettative. Carletto dopo lo strepitoso giro del sabato aveva già messo – ragionevolmente – le mani avanti. Nessuno pretendeva la vittoria – per carità – ma prima della bandiera rossa il #16 navigava tra la sesta e la settima posizione, non certo posizioni che offrano botte di morale considerevoli. Quindi, alla fine, col quarto posto di oggi gli è andata anche bene.

Prossimo appuntamento a Le Castellet!


Diario – Azerbaijan 2019

29 aprile 2019

La favola di cappuccetto rosso narra di una bambina ingenua, dal colore guardacaso rosso, che concede troppa confidenza ad un lupo astuto il quale ne farà un sol boccone, nonna compresa.

La favola ha una sua ovvia morale, banale: mai dare ascolto agli sconosciuti, soprattutto quando ci sembrano docili.

Le Mercedes hanno giocato a nascondino fin da febbraio e continuano a farlo, provocando l’ illusione rossa al venerdì. I tedeschi nel sabato di Baku hanno piazzato le vetture in prima fila con un gap superiore ai tre decimi rispetto Vettel. Chi crede che sia solo il miracoloso effetto scia, evidentemente deve fare qualche conto più.

Quindi in poche parole la superiorità Mercedes è evidente. Manifesta. Accettata e dichiarata anche da Elkann a fine gara. Le frecce d’Argento hanno raggiunto una posizione di dominio mai vista in Formula 1 e anche le statistiche lo confermano: 4 gare, 4 doppiette, zero noie. Questa vettura è talmente ben bilanciata che anche uno come Bottas riesce a guidarla da fenomeno. Forse sarà anche l’aria Caucasica, ma in queste zone geografiche (vedi Sochi) il finnico si trova alla grande. Domandone: riuscirà a dare filo da torcere a Luigi fino a fine anno? Questa è l’unica incertezza che ci riserva questo mondiale.

A proposito….Luigi? Ha dovuto mordere il freno. Sapeva che si giocava la vittoria in partenza, ci ha provato e gli è toccato guidare di rimessa. Probabilmente ne aveva di più, anche se il ritmo è stato imposto dal muretto ad entrambi i piloti.

Quando si dice piloti, come non parlare di Ferrari. Con tutti i problemi che ha la rossa, la stampa (ed il tifo) su cosa si concentrano? Sul fatto che Leclerc sta facendo meglio di Vettel, che non meritava il gioco di squadra in Cina e blablabla roba cotta e…ricotta. Il risultato? Un mucchio di pressione sul ragazzo la cui sessione di qualifica si è chiusa a muro come un rookie qualunque. Tuttavia in gara sul monegasco potevano azzardare la gomma dura per due motivi: temperature dell’asfalto elevate e soprattutto…non c’era nulla da perdere, solo da guadagnare. Ho sperato intorno al giro 22 (+23s su Verstappen) che provassero l’azzardo ma nulla. Insomma, si poteva fare.

La gara di Vettel è servita a capire che i grigi avevano ancora margine. Il tedesco è sempre stato tenuto a distanza di sicurezza: almeno due secondi. Gara solida, qualifica spinta, podio di stima. Per i miracoli al Seb serve un viaggio a Lourdes visto che non vince da agosto.

Begli spunti di Max Verstappen, ma anche lui fa quel che può. Interessante anche la gara di Gasly finita con una rottura meccanica. Dispiace per la penalità rimediata da Raikkonen in qualifica, perché il finnico ha comunque chiuso a punti e poteva giungere tranquillamente ai margini della Top 5. Kimi sta dando tanto valore al progetto Alfa Romeo, davvero un lavoro superlativo.

Superlative, ma non troppo, anche le due McLaren che piano piano stanno ingranando e dopo il doppio ritiro cinese arrivano la zoppia zona punti di Sainz e Norris.

Mentre scrivo mi chiedo ancora cosa ci stiano a fare Kvyat e Grosjean in questa Formula 1.

Disperse entrambe le Renault, a dispetto di un nome glorioso. La scena più bella? Ricciardo che con la retromarcia urta Kvyat. Per questo ha rimediato tre punti di penalità, con dieci punti sarà possibile ritirare un borsone Esso.

Come? La retromarcia? In questi giorni l’abbiamo vista così tante volte che c’era da piangere. Ma davvero siamo caduti così in basso? Tombini che saltano (povera Williams, piove sempre sul bagnato!), commissari inesperti ed un passaggio per arrivare a Piazza Castello così stretto che anche il Santo Patrono di Baku, portato a spalla, avrebbe qualche esitazione.

Per fortuna torniamo in Europa. Hasta luego!


Give me 5! – Azerbaijan 2018

1 Maggio 2018

Ogni tanto mi piace ripristinare questa rubrica, per sintetizzare velocemente i miei pensieri post gran premio, soprattutto se sono passate più di 24h dalla bandiera a scacchi. Cinque punti, veloci, facili facili. Su ONLYF1 torna “Give me five!”, nata nel 2013 per premiare i cinque protagonisti della domenica e rivisitata nel 2016 come la rubrica dai cinque punti cardine. Sintetici. Essenziali. A modo mio.

1. Solo perché non posso cominciare da zero. Zero come la valenza di questo circuito, a me mai gradito. Prendete il centro del vostro paesino (possibilmente con tanto di castello, marcondirondirondello), collegatelo con un rettilineo alla parte moderna ed avete fatto il circuito di Baku. Forse qualcuno è stato anche pagato per fare questo, ma questa è una corsa ad ostacoli e basta. In una sola parola: equitazione.

2. Baku è la città dove soffia il vento, pertanto sarà stata una folata anomala ad aver causato lo sbandamento di Grosjean? Ciò dimostra come fare una cosa facile in F1 non è poi tanto facile, così come la rimozione della Haas avvenuta con tanto di carro attrezzi noleggiato all’ACI, facendola in barba ad ogni minimo principio di sicurezza. Quanto accaduto a Bianchi e a Maria de Villota non ha insegnato nulla alla categoria regina del motorsport.

3. Di sicuro con Max Verstappen non ci annoiamo mai. Si può dire di tutto, ma non che non sia un pilota equo. Hamilton, Vettel e Ricciardo sono stati trattati dall’olandese allo stesso modo: a sportellate. Quattro gare, tanti danni e tante manovre del…Caucaso. Per la FIA soltanto adesso arriva la prima reprimenda. Nessuna penalità, nessun punto tolto dalla patente. Diciamoci la verità, Verstappen piace e la Federazione chiude entrambi gli occhi.

4. Parlando della sfida mondiale: dopo aver colto il momento in Australia, in casa Ferrari non hanno saputo più fare Carpe Diem. E’ andata bene in Bahrain nonostante un scelta sbagliata, poi in Cina e Azerbaijan si sono un po’ cullati sugli allori. Bravi in Mercedes ad andare lunghi con Bottas che ha visto sfumare 25 punti per colpa di un detrito. L’ha così vinta Hamilton che il venerdì invocava l’energia positiva su instagram. A quanto pare ha funzionato.

5. Mi trovo d’accordo sulla manovra di Vettel, un campione deve sempre giocare all’attacco piuttosto che accontentarsi. E’ lo stesso discorso fatto a Singapore: la porta si chiude se sei primo, non ti accontenti. In Italia siamo sempre bravi a criticare troppo e ad elogiare troppo in funzione del risultato ottenuto. Vizi e virtù di un paese bigotto.


Diario – Azerbaijan 2017

26 giugno 2017

Fermi tutti.

C’è Stroll sul podio.

E pensare che lo vedevo bene nel fare tappezzeria.

Evidentemente mi sbagliavo. Evidentemente ha avuto culo.

La fortuna, come la sfiga, però non esiste, quindi bravo lui a stare fuori dai guai, come non hanno saputo fare gli altri. Sul finale ci ha messo del suo, con un ritmo non male che lo avrebbe portato fino al secondo posto se non fosse stato per il super motore Mercedes, che sulla carta è lo stesso della Williams. Solo sulla carta però.

Ha vinto così Ricciardo, che sembra aver preso il posto di Button. Generalmente quando c’era casino e non si capiva nulla, la spuntava Jenson. Ultimamente tocca spesso a lui. Tra i quattro litiganti il quinto gode. Complice anche il ritiro di Max Verstappen, il quale sta pagando tutto il positivismo dello scorso anno.

Funziona così: il caos è equo. L’anno scorso a Max andava tutto bene. Quest’anno no. Chi, invece, non ha la garanzia dell’equità è Raikkonen, a cui va tutto sempre male. Dallo start, alla foratura, alla nuvola di Fantozzi che lo segue un po’ ovunque. Alla Ferrari l’aiuto di Kimi serve come il pane, per questò è necessario raggiungere lo stesso feeling uomo-macchina che oggi ha Vettel. Certo, se poi Bottas ti piomba di sopra puoi farci poco, però il team poteva stare più attento nel rimetterlo in pista dopo aver fatto un super lavoro in corso di red-flag. Questo mondiale si vincerà curando i dettagli, lo ribadirò sempre.

Bottas, invece, è il lato opposto della medaglia finlandese. Ha chiuso secondo e ci ha creduto fino alla fine, nonostante la sua gara sembrava finita dopo lo start. Il bello delle corse è che non finiscono mai.

Non è stato bello per Hamilton aver perso la vittoria a causa di una protezione montata male. Anche questo rientra alla voce dei dettagli vincenti di cui sopra. In una gara in cui poteva fare (almeno) +7, Lewis ha perso due punti e non ne sarà contento. Soprattutto dopo quello che è successo con Vettel. Di sicuro Lewis non è nuovo nell’applicare mosse poco morali (ricordate l’ultimo giro di Abu Dhabi lo scorso anno?), ma Vettel ha perso la testa reagendo in pieno stile anni ’70. Magari da casa ci siamo divertiti, ma le reazioni, in tutti i tipi di sport, vengono punite pesantemente. E così è stato.

Il gesto di Vettel si somma a quello di Rossi a fine 2015 e alla famosa testata di Zidane nel 2006. Anche i grandi sbagliano. Se poi aggiungiamo Prost, Senna e Schumacher, allora l’elenco è ben ricco.

Se il tedesco della Ferrari avesse tenuto i nervi fermi oggi avrebbe una vittoria in più, ma dalla trasferta caucasica ne viene fuori comunque bene con un +2 sul diretto rivale. Nell’errore è stato poi bravo a recuperare quei secondi necessari per stare davanti a Lewis e poi a gestire il ritorno dell’inglese. Ciò non toglie che certe cose si fanno solo alla play-station.

La domenica azera ci ha regalato anche dei momenti di faida interna, come il contatto tra le Toro Rosso allo start, e soprattutto tra le due Force India in una delle tante ripartenze. In due parole: fratelli coltelli.

Per le statistiche: primi punti per la McLaren e per Alonso.

Per il resto ci aggiorniamo in Austria.