Bullets – Spagna 2022

23 Maggio 2022
  • La quarta vittoria stagione (su sei gare) – piú la sprint di Imola – portano Max e la RedBull in testa alle rispettive classifiche piloti e costruttori. Prima mazzata per Ferrari che adesso deve reagire.
  • A Verstappen non é riuscito il sorpasso allo start, poi si é girato ed ha perso il contatto dalla vetta. Complici i problemi al DRS ha avuto difficoltá a sopravanzare Russel, poi gli hanno montato le gomme rosse che gli hanno letteralmente messo le ali. Lo stint sulle soft é il momento in cui la sua gara é svoltata. Da lí in poi tutto é stato in discesa, con buona pace di Perez che era su una strategia piú lenta.
  • Le chances di vincere per il messicano erano nulle. Non aveva modo di resistere all’arrembaggio di Max le cui gomme erano meno usurate quindi piú performanti. Ci sta la delusione sul momento, ma la scelta del muretto non ha cambiato le sorti della gara, ne ha semplicemente anticipato i tempi.
  • Che servivano tre soste era chiaro sin dal venerdí, almeno dal divano di casa. Tuttavia i team hanno cercato di farne soltanto due, salvo poi ricredersi. Bottas, Schumacher e Vettel hanno chiuso con due passaggi in pit-lane ed a fine gara erano con le gomme alla frutta.
  • Occhio al grosso passo avanti in casa Mercedes. Russel si é mostrato tosto e solido: podio meritato. La rimonta di Lewis svela il vero potenziale delle frecce d’argento. Da ultimo a quinto é un risultato notevole. Toto & Co. hanno ridotto il gap sui rivali e con un ulteriore passo avanti potrebbero fare da outsider dopo il giro di boa.
  • Prima delusione per Leclerc, abbandonato dalla propria vettura proprio sul piú bello. La strada verso l’Eldorado offre sempre insidie del genere: ricordiamo Hamilton nel 2016 in Malesia, Massa nel 2008 in Ungheria, Schumacher nel 2006 a Suzuka e via dicendo. La stagione é lunga, piú che anema e core servirá calma e sangue freddo.
  • La Ferrari non ha potuto contare su Sainz, partito non benissimo e finito sulla ghiaia dopo pochi giri. Gli imprevisti sono capitati sia ad Hamilton che a Verstappen, ma entrambi sono stati in grado di recuperare, Carlos invece si é eclissato.
  • Le mie coppie piloti nell’ordine: RedBull, Mercedes e Ferrari. Per talento Russel batte Perez, ma l’esperienza del messicano sará decisiva cosí come lo é stata lo scorso anno.
  • Aston Martin si é presentata a Barcellona stravolgendo il design della vettura e portando in pista un nuovo concetto, apparentemente copiato da RedBull. D’altronde ci si ispira sempre ai migliori, no?
  • Non gira la ruota per Ricciardo, ancora fori dalla zona punti e lontano dalle prestazioni di Norris. Magari fará bene a Montecarlo.
  • Nota a margine: prima gara della stagione senza safety car o virtual safety car!
  • Prossimo appuntamento nel Principato dove si scende in pista tra tre giorni!

Diario – Spagna 2021

9 Maggio 2021

Giro 42: scacco matto al leader della corsa. E’ quello il momento chiave della gara. Verstappen guida il carrozzone pressato da Luigi, mentre Bottas segue a qualche secondo di distanza. Perez? A volte si perde anche per colpa degli assenti. Checo è ben lontano dal trio, a differenza di Valtteri. Max, quindi, non può azzardare alcun undercut, altrimenti verrebbe poi ostacolato dal finnico. La partita è quindi in mano a Luigi che effettua il secondo cambio gomme ed in appena diciassette (!) giri riesce a chiudere il gap ed a prendersi la vittoria.

E’ la regola del più forte, in Mercedes ne hanno di più e sanno come usarlo. Verstappen è stato bravo allo start, quella era la sua occasione e l’ha colta. La sapienza e la forza di Lewis si è vista lì: non ha opposto resistenza a Max sapendo che non gli sarebbero mancate le opportunità di vittoria.

Certo all’ olandese gireranno un pò le balls perchè di più non poteva fare. Adesso più che mai in RBR hanno capito che quando si comincia a duellare per il campionato non si più giocare ad una sola punta. Ricordate il 2010? Anche in quel caso vinsero grazie al 2 contro 1. Sicuramente Checo è meglio di Albon, ma al momento il messicano può avvalersi dell’attenuante di essere appena arrivato.

Piccolo appunto su Bottas. Ha fatto quello che doveva fare, ma non ha steso il tappeto rosso a Luigi nel momento in cui si è presentato. Ci penserà Toto a far sì che ciò non accada di nuovo.

Il primo dei programmati in “seconda serata” è Charles, lontano sì dai primi, ma con una prestazione solida in una pista-tampone. Insomma il feeling Leclerc-Ferrari è in crescita e la posizione guadagnata allo start su Bottas lo dimostra. Per il resto serve tempo, seppur resta la…positività. Serve più tempo, invece, a Saiz che mi non sembra ancora in grado di tenere la concentrazione per tutta la durata di una gara. Lo spagnolo alterna momenti. A volte positivi, a volte negativi. Il risultato è poi una sorta di media.

Tampone negativo in casa McLaren. Sia in qualifica che in gara mi aspettavo di più. Stavolta Ricciardo ha avuto la meglio su Norris, anche se il vero potenziale di mister sorriso lo vedremo da metà stagione in avanti. Con l’ eccezione di Monaco dove ha spesso fatto bene.

Barcelona ha bocciato ancora una volta le Aston Martin, entrambe fuori dalla zona punti. Queste vetture verdi non hanno nè velocità, nè passo gara…sembrano la brutta copia della vettura dello scorso anno. Che i disegni della W11 quest’inverno si siano persi per strada?

Ci leggiamo a Monaco!


Give me 5! – Spagna 2020

17 agosto 2020

Commento in versione espressa, per facilitare le letture sotto l’ombrellone. Un “Give me five!” compatto, a fronte di una gara andata piu o meno come ci si aspettava.

  1. Più o meno perchè Bottas ha combinato l’ennesima frittata al via, non solo non essendo reattivo, ma neanche furbo nel prendere subito la scia di Luigi che già scappava verso l’infinito ed oltre (cit.). Quando arriva l’estate il finnico si scioglie, sarà per via delle temperature elevate? Chissà. Intanto ha perso ulteriori punti sull’ottimo Verstappen la cui seconda piazza iridata lo premia per maturità. Sulla prima piazza c’è poco da dire: c’è un uomo solo al comando. Re Luigi.
  2. Fuori dal podio troviamo altre due Mercedes, quelle rosa, con Stroll in grado di sopravanzare Perez per via dei cinque secondi di penalità scontati dal Messicano a fine gara. Sarà contento papà Stroll. Lo scandalo Racing Point è tutt’ora caldo, di mezzo ci sono troppi giochi sporchi per cui Renault prima, Ferrari e RBR poi hanno chiesto chiarezza. Liberty Media e la Federazione cosa stanno facendo? Saranno mica in ferie? In ferie da cosa? (cit.)
  3. Barcellona è una pista chiave: chi va bene qua va bene ovunque, viceversa meglio darsi all’ippicca. Quale miglior sport per un team che porta il Cavallino come simbolo? Dopo una sessione di qualifica disastrosa (9no ed 11mo), la gara dei rossi è stata una via Crucis. A Leclerc si è spenta la macchina proprio come accadeva con i videogiochi arcade. Tuttavia il monegasto era stato messo si una strategia sbagliata. Così come Vettel, il quale vista la situazione ha tirato lungo portando a casa un sofferto settimo posto. Se Hamilton è un uomo solo al comando, i piloti Ferrari sono i nuovi Pooh (difatti si scioglieranno): uomini soli.
  4. La regola di Barcellona vale anche per il team Renault, lettermente ridimensionato dopo le buone prestazioni delle prima gare. Doppio zero per Ricciardo ed Ocon, quindi che succede in casa francese? Hanno già giocato tutte le carte a loro disposizione? Eppure il motore non sembra essere un problema visto che gira bene sulle vetture Papaya. Stavolta Sainz è risultato di gran lunga migliore del compagno Norris, appena decimo. Insomma, lo spagnolo giocava in casa e si è visto.
  5. Continuano le difficoltà per Albon che sembra guidare una AlphaTauri anzichè una RedBull. Il team non lo ha aiutato nel momento in cui è stato scelto come cavia per analizzare il rendimento delle gomme hard, ma chiudere alle spalle della Ferrari col macchinone che si ritrova, peraltro doppiato da Max, è davvero un grosso smacco. Meglio premiare Kimi, che pur guidando un tagliaerba ha tirato fuori una signora qualifica ed una gara magistrale.

Adesso pausa, in attesa di un trittico tostissimo: Spa, Monza e Mugello.


Diario – Spagna 2019

13 Maggio 2019

Il gran premio di Spagna è un po’ come capodanno.

Perché a capodanno ci sono quei carissimi amici che ti dicono che qualunque cosa fai poi porta bene per tutto l’ anno.

Quindi tutti a mangiare cotechino e lenticchie, tutti a fare il brindisi, tutti pronti a divertirsi, a fare festa: meno cinque, meno quattro, meno tre, meno due, meno uno…

…torniamo a noi.

Barcellona è come capodanno perché chi vince qua vince banalmente il mondiale e le statistiche, salvo rare eccezioni, confermano il trend. Il trend delle ultime 6 stagioni dice Mercedes, al netto di un doppio ritiro nel 2016 per eccessiva superiorità.

Eccessiva ma mai quanto quella odierna. Cinque doppiette, mondiale già in tasca e qui lo dico e non lo nego, azzardo il pronostico: al più il team Mercedes perderà 2 gare in tutto l’anno.

Non c’è tracciato che non vada bene per loro, hanno fatto un lavoro enorme, egregio, hanno scaricato i favoritismi sulla Ferrari, team e stampa sono gestiti alla perfezione, insomma tanto di cappello, qui si rasenta la perfezione.

Si sapeva che la sfida tra i due drivers grigi sarebbe stata al sabato e poi nelle prime curve del GP. Bottas allo start ha traballato un attimo (lui ha lamentato qualche noia alla frizione, fantasmi?), Lewis ha preso la testa ed ha guidato bendato fino alla Sangria.

Ops, c’è lo Champagne. Però Liberty Media potrebbe prendere spunto da questo post. Considerato che in Bahrain si beve l’acqua di rose, in Spagna si potrebbe bere Sangria, in Germania birra, in Italia il Prosecco. Perchè proprio il Prosecco? Perchè è il vino italiano più esportato al mondo.

Di Prosecco ne avranno bevuto a iosa a Maranello durante l’inverno. La macchina palesemente non c’è e la confusione nella gestione gara ne è una diretta conseguenza. Gli opinionisti da divano oggi dicono che non va l’ala posteriore, poi quella anteriore poi che i tecnici non ci sanno fare. I progetti si fanno e si sbagliano, la vettura è un corpo unico e questo è uno sport da competizione. Rimprovero ai rossi soltanto la gestione della comunicazione che continua a essere poco chiara. Bello il messaggio di Vettel al team a fine gara, soprattutto in questo momento di difficoltà il pilota deve supportare il team. Per il resto entrambi i driver Ferrari hanno fatto quello che potevano.

Sopra le righe un ringalluzzitissimo Verstappen, sornione al via (ha imparato bene) pronto ad approfittare degli errori altrui, quindi in totale controllo con una RedBull che tra i saliscendi del Montmelò si trova spesso bene. Arriverà Montecarlo, chissà se Max si prenderà qualche rischio in più considerato che quei due ormai lottano per il mondiale. Gasly, invece, continua il suo processo di crescita.

Boccatona d’aria per la Haas con Kevin Magnussen, seppur il solito Grosjean la stava combinando grossa nel tentativo di sorpassare il compagno. Da lì a breve il francese è stato attaccato da Sainz, con il quale è entrato anche in contatto e da Kvyat. Insomma alla fine ha chiuso decimo, rimediando un punto comunque prezioso. Almeno ci ha fatto divertire un po’ così come dobbiamo dire grazie al duo Norris-Stroll per aver causato l’ingresso della SC ed aver dato vita ad un gran premio già finito prima di cominciare.

Magari il Principato ci regalerà qualche sorpresa.


Diario – Spagna 2017

14 Maggio 2017

Volevamo le sportellate? Eccole.

Finalmente siamo al arrivati al tanto atteso testa a testa tra Hamilton e Vettel, in un ambiente molto caliente come quello spagnolo che ha visto una grandissima prestazione dei due top driver del momento.

Hamilton ha toppato lo start, poi è stato pazzesco. Soprattutto nel finale dove ha spremuto tutto quello che c’era da spremere dalla propria vettura. La gestione degli pneumatici è stata stupenda: maltrattati quando necessario e accarezzati quando non necessario. Poi il sorpasso su Vettel, cercato, voluto con tanta potenza quasi a levare la vernice dalla rossa impotente.

Bravi anche in Mercedes a fare di tutto per recuperare la pole persa in partenza. Prima usando Bottas come tappo, poi sfruttando la finestra della safety-car, contornando tutto con due cambi-gomme perfetti. Oggi Wolf&Co. sono stati molto più reattivi di quanto lo sia stata la Ferrari. E’ anche vero che i grigi sembrano avere ancora un po’ di margine sui rossi, ed in questa gara hanno dimostrato come sapere sfruttare gli pneumatici al meglio, forse forti della valangata di dati raccolti nel corso dei test invernali. La gomma da gara era la gialla ed in Mercedes hanno minimizzato i giri sulla bianca. Sono finezze.

Veniamo quindi a Vettel, costernato a fine gara, quasi incredulo nell’aver visto gli avversari ancora avanti nonostante abbia fatto anche lui una prestazione da sfinimento, ingigantita dal sorpasso su Bottas delegato al ruolo di un portiere qualunque atto ad osservare il doppio passo di Ronaldo O’ fenomeno. Di qua. Poi di la. Poi dentro di qua passando sull’erba. Adrenalina a mille.

Terzo Ricciardo, gli altri stanno ancora arrivando. E’ un evidente mondiale a due che si giocherà su tanti aspetti di fino come visto oggi.

Per finire, come non citare la scena da libro cuore del piccolo tifoso di Raikkonen, prima in lacrime per il ritiro del proprio idolo, poi premiato dagli addetti ai lavori con una bellissima azione atta a rivalutare l’immagine della F1. Piccoli tifosi crescono.


Diario – Spagna 2016

18 Maggio 2016

Sento caldo.

Sento caldo perché sono andato a mare ed ho preso giusto un po’ di sole, ma già che c’ero ho fatto anche un bagno rinfrescante e rilassante. Così ho rimesso a posto le idee di quanto visto domenica.

Sentiranno caldo, ed anche tanto, in casa Mercedes, ma loro sono riusciti a ritrovarsi in un mare di guai senza avere provato la brezza della sabbia e dell’acqua salata, nonostante Barcelona sia una città ben fornita a tal proposito.

Sta di fatto che Lewis voleva riprendersi l’ennesima prima posizione persa in partenza e fare un sol boccone di Nico che però ha risposto picche mandandolo sull’erba che ha trasformato una Mercedes in palla da bowling e l’altra in birillo. Il risultato è clamoroso – strike! – ed i due si sono ritrovati convocati da tutto il team, come si faceva nelle riunioni a scuola (anche se che i toni saranno stati ben diversi dal classico “Signora suo figlio è intelligente ma non si applica”).

A quel punto era forse più interessate quello che stava accadendo nel paddock Mercedes rispetto quello che stava accadendo in pista. Dal mio punto di vista è un normalissimo incidente di gara e se proprio qualcuno doveva evitare questo qualcuno era Hamilton. Lauda docet.

Poi però in gara accadono cose strane, del tipo che finalmente non ci sono i gatti ed i topi dovrebbero iniziare a ballare. E invece tutto resta fermo così com’è, salvo che i primi due compiono una grossa minchiata (si può dire?) strategica regalando il successo al terzo, nonché un giovane alla sua prima gara in RedBull Racing. Diamo i nomi ai numeri: il primo Ricciardo, il secondo Vettel, il terzo Verstappen Jr. Poi c’era un quarto, che diventò secondo, cioè Raikkonen. Il resto? In fila per sei col resto di due.

Volendo dare un senso a quello che si vede nelle gare…generalmente colui che azzarda una strategia bizzarra sta dietro perché deve recuperare ed al più perde poco o nulla. Domenica, invece, abbiamo assistito ad un qualcosa di diverso…cioè l’azzardo è arrivato dai primi. Che poi, volendo essere malpensanti, chi ci dice che in RBR non abbiano teso la trappola in stile Abu Dhabi 2010 al fine di far vincere il diciottenne con tutte le conseguenze del caso?

In Ferrari però certi tranelli vengono capiti tardi. Quindi se ti trovi dietro una Renault gialla guidata da un russo lì stai e lì resti, mentre se hai capito di aver perso le prime due posizioni e ti manca un terzo stop, quanto meno provi a prendere ciò che resta. E fu sera e fu mattina….terzo posto.

Insomma, una volta capito di aver fatto la minchiata (chiedo scusa, ma tanto l’ho già scritto sopra), come minimo la trasformi in mezza minchiata e poi speri che il tizio più vecchio in pista riesca a passare il più giovane. Almeno Rocky Balboa vinse ai punti, ma qui anche i punti vanno dalla parte di Max Verstappen, davanti il quale conviene levarsi il cappello per aver fatto sembrare facile una cosa che non lo è. Per aver guidato da veterano. Per aver battuto un record che probabilmente non verrà mai uguagliato. D’altronde uno così, a 18 anni, dove lo trovi?

Ci leggiamo a Monaco.


Diario – Spagna 2015

13 Maggio 2015

Ho avuto poco tempo in questi giorni, quindi velocemente in cinque punti, cosa resta della comparsata Catalana?

1. Un Rosberg ritrovato. D’altronde era l’occasione da dentro o fuori. Prima stagionale, e chissà a Montecarlo se riesce a vincere visto che gioca in casa. Un battaglia non fa una guerra.

2. Una Ferrari sempre più seconda, seppur sempre più lontana. Eroico il tentativo di limitare Hamilton da parte di Vettel, ma davvero le marce in più della stella a tre punte erano troppe. Di certo c’è uno spirito nuovo, tanta autocritica. Arrivabene si dice molto deluso, gli altri anni ci si sarebbe detti soddisfatti grazie al “grande merito del pilota”. Ecco, almeno lo stile è diverso. Testa bassa e lavorare.

3. Bottas si sta confermando un osso duro, se non sbaglia non lo passi. Lo ha provato Vettel in Bahrain, adesso Kimi in Spagna. Ancora una volta, lo ripeto da sempre, partire davanti aiuta, la qualifica vale tanto. E la prossima è Montecarlo, quindi…

4. Penso che in Lotus abbiano del potenziale, ma non due piloti in grado di sfruttarlo. Eroico Maldonado con un’ala monca, per una volta che sembrava in vena ci ha pensato il compagno a fargli un torto (involontario, ovvio). In Toro Rosso pagano l’inesperienza dei giovani, partiti in avanti ma inghiottiti in pochi giri e sprofondati nel gruppo. Ricciardo vuoi o non vuoi il suo settimo posto lo porta a casa.

5. Ancora problemi in casa McLaren. Prestazione o affidabilità? Questo il dilemma, però stavolta è Alonso a non finire la gara. Poi esagera davanti i microfoni parlando di progressi loro e dei difetti Ferrari. Soffre la situazione ed è evidente. Button chiude davanti le Manor, ma quelle stanno in pista per decoro.

Ci aggiorniamo a Montecarlo.


L’OPINIONE – Come suona la Power Unit

13 Maggio 2014

 

Visto che in molti mi hanno chiesto come suona questo V6 turbo, ve lo descrivo dopo aver avuto il piacere di ascoltarlo nel week end presso il Circuito di Catalunya in Montmelò.

Fin da subito classifico il mio parare come quello di una persona qualunque. Non so i fattori che entrano in gioco nelle odierne power unit, quindi anziché scrivere “è l’effetto del turbo” o roba del genere preferisco parlare solo di quello che sento e paragonarlo a qualcosa di simile.

Partiamo dal presupposto che descrivere un suono non è facile, però se proprio dobbiamo fare una grezza classificazione, direi che la parte elettrica si sente. Eppure molto.

Scordatevi di avere i timpani che vibrano sul rettilineo (e quello di Barcelona è abbastanza lungo). Il suono è molto attenuato e non servono i tappi. Scordatevi quei botti,quegli scoppi e quei borbottamenti in accelerazione in uscita di curva, soprattutto quelle più lente. In frenata sentirete un suono molto molto simile a quello di un auto/autobus elettrico quando stanno per spegnersi (una sorta di risucchio d’aria). Qualche maligno l’ha paragonato ad un suono d’aspirapolvere o da mulinello mulinex, ma anche quelli sono motori elettrici, altrimenti la spina cosa la mettiamo a fare? In uscita di curva le cambiate si sentono, seppur in modo molto più soave.

Quindi, riassumendo, se vi aspettate il solito rombo grezzo, fermatevi a guardare la GP2. Spaccatimpani out.

Per quanto riguarda la mia opinione…ecco si tratta di evoluzione. Ed io sono sempre Pro-evoluzione. Cioè fino all’anno scorso per andare forte significava fare un casino della madonna. Inoltre il V8 aspirato aveva raggiunti livelli di affidabilità eccessivi, il che significa che la vecchia tecnologia era fin troppo matura. Una volta la sfida era fare un motore potente con tanti cavalli. Poi la sfida è diventata: saper usare questi cavalli, cioè avere una vettura stabile in curva che permetteva di tenere giù il piede;  tutto lo studio si è quindi spostato sull’aerodinamica. Nel 2012 il livello di perfezione delle vetture era così elevato che si è dovuto giocare sulle gomme per mettere un fattore X.

Ecco, la sfida di oggi è la seguente: andare forte, possibilmente come ieri, consumando meno ed avendo meno potenza a bordo (20 anni fa si usavano 12 cilindri!). Si può fare? Sì. Ieri Hamilton è stato complessivamente 110 secondi più lento di Alonso nel 2013. 110 secondi e 66 giri fanno circa 1”65 a giro più lento…ma: 1) sicuramente questo distacco si abbasserà col perfezionamento della tecnologia; 2) c’è un limite di consumo di carburante imposto dal regolamento che prima non c’era. Quindi, mi pare, che la sfida ha buoni margini di vittoria.

Per chi volesse ascoltare i suoni citati:

– Qui trovate un paragone sul dritto fatto a Melbourne

http://www.youtube.com/watch?v=jS4Dh_EAfJI

– Qui trovate un video relativo ai test a Jerez di questo inverno. Concentratevi sul suono in frenata.

http://www.youtube.com/watch?v=uAGNAX02WVY

Diffidate infine da tutti i paragoni fatti tramite camera-car perchè lì la componente elettrica non si sente.

 


Me, myself and I: Barcellona ’96 ricordando Michael

7 Maggio 2014

 

Rispolvero “Me, myself and I” in versione amarcord visto che ci avviciniamo a Barcellona il che mi ha portato a vedere di recente il primo successo in rosso di Michael. D’altronde questa rubrica ha a che fare con il mio tifo, i miei ricordi, le mie sensazioni. E questi sono principalmente legati al Kaiser.

Fino ad oggi non ho commentato in alcun modo quanto successo al tedesco a fine dicembre. Non chiedo farlo oggi. Mi piace però ricordarlo con la gara simbolo di Barcellona ’96, rivista dall’inizio alla fine in questi giorni.

Ecco quello forse era lo Schumacher più forte di sempre. Gli anni tra il 1996 ed il 2000 sono stati poco vittoriosi, ma lì si è potuto apprezzare davvero il potenziale di Schumi. Sul circuito di Barcelona piove, lui parte terzo. In pochi giri è al comando. Dopo meno di un terzo di gara Schumi vola già verso la vittoria, rifilando distacchi abissali agli avversari. Parliamo di 3-4 secondi a giro. A tre quarti di gara Michael vantava 1minuto e 7secondi di vantaggio sul secondo (Barrichello) e ad entrambi mancava ancora una sosta (già Michael ne aveva fatta una, Rubens zero). Roba d’altri tempi.

In quella stagione Schumi era un fenomeno che correva contro piloti imbarazzanti. Sì perchè Hill, Villeneuve, Irvine, Alesi e Berger erano distanti anni luce dalla classe del Kaiser. I più interessanti erano i giovani Barrichello e Frentzen ed il brasiliano si può dire che è stato un’ottima seconda guida negli anni d’oro a Maranello nel nuovo millennio.

Contro chi correva quindi Schumi? Contro mostri sacri come Williams e Benetton che gli anni precedenti hanno dominato le scene. E contro la Ferrari stessa vittima di una maledizione contro cui non ci hanno potuto fare nulla nè Prost, nè Mansell, nè tutti quelli passati dopo il 1979. La Williams d’altronde ha permesso a Hill e Villeneuve di vincere un mondiale, e basta rivedere quella gara di Barcelona ’96 per capire che tipi di piloti erano. Entrambi figli d’arte poi.

Quel periodo doveva essere ricordato come la rivalità Senna-Schumi, ma sappiamo tutti che la storia ci ha privato troppo presto del magico Ayrton. Ed era ancora troppo presto affinchè sbocciasse il momento gold per Hakkinen.

Quindi Schumi correva con un water tra le mani. Quella Ferrari era davvero pessima. Eppure nel ’96 vinse tre volte. Barcelona, Monza, Spa. Il resto fu un manbassa della Williams, con l’unica eccezione di Monaco vinta da Panis in condizioni da bagnato. Probabilmente, Schumi, restando in Benetton poteva anche giocarsi il campionato. Chissà.

Cosa riconosco quindi a Michael? Il fatto di aver fatto la scelta più rischiosa nel momento Top della sua carriera. Ed il fatto che poi abbia vinto, anzi stravinto, la sua scommessa. E’ ben noto il fatto che si “ammazzava” di test a Fiorano dormendo addirittura in camper. E’ ben noto il fatto che sia stato sempre un uomo squadra, soprattutto quando si schierò dalla parte di Todt quando in UK ’96 la stampa tutta chiedeva la testa del francese (Leo Turrini insegna).

Insomma mi piace ricordare Michael come un lavoratore. Uno che si metteva a lavorare in team al fine di raggiungere uno scopo comune. Un uomo in grado di fare tanti piccoli passi avanti che si traducono poi in grandi camminate. Michael era emotivo. Ha sempre pagato questo nelle partenze (a partire da Spa ’91) e nelle ultime gare dove si giocava il mondiale (Adelaide ’94, Jerez ’97, Suzuka ’98, Suzuka ’03). Eppure nel 2003 riuscì nell’impresa, seppur correndo male.

Poi ha imparato a partire decentemente negli anni 2000 e nella sua seconda vita 2010-12 addirittura era tra coloro che partivano meglio. Ci ha lavorato su nel corso degli anni. E a proposito della seconda vita, soltanto chi non ha occhio non può non aver notato che nel triennio Michael si è sempre migliorato. Nel 2012 poi era diventato molto veloce in qualifica dove spesso è risultato in Top 5. Più invecchiava più migliorava. Step by step come ha sempre fatto. E come spero sia facendo tutt’oggi.

 

Gli interessati trovano la gara di Barcelona ’96 a questo indirizzo:
http://www.dailymotion.com/video/x120tge_f1-spanish-gp-1996-race-part-1_sport

Buona visione.


“Give me 5!” – I cinque protagonisti del week-end in Spagna

14 Maggio 2013

Sono ben chiari i protagonisti del gran premio di Spagna, perchè la domenica ha scosso la griglia di partenza premiando Alonso e la Ferrari e bocciando i veloci del sabato, leggi Mercedes. Ancora una volta gli pneumatici sono stati al centro dell’attenzione, ma ormai “il problema” è noto, e citare ancora una volta le PZero Pirelli sarebbe troppo. A voi “Give me 5!” i cinque protagonisti del week-end spagnolo.

FERRARI. Senza dubbio il premio per il miglior team protagonista spetta alla rossa, in grado di imporre un ritmo forsennato con entrambi i piloti e chiudere con un doppio podio, anzi triplo considerando anche la presenza di Domenicali. Over the top.

ALONSO. A proposito di oscar, come si può non assegnare quello di miglior attore protagonista a Fernando Alonso, indemoniato fin dallo start con un doppio sorpasso su Hamilton e Raikkonen davvero da cineteca. Il resto è stata semplice amministrazione. Red Devil.

RAIKKONEN Ci ha messo tanto del suo per rovinare la festa della rossa e ci è riuscito alla grande. La tattica “one less” lo ha premiato con il secondo posto ed al momento il binomio Kimi-Lotus è senza dubbio l’unico in grado di permettersi certe strategie “al risparmio”. Se i risultati sono questi, allora ben vengano. Intruso.

MERCEDES Dalla gioia del sabato alla delusione della domenica. Bastano 24 ore per cambiare faccia al volto degli uomini in grigio, ancora una volta in difficoltà sul ritmo gara, al punto di chiudere con un sesto ed un dodicesimo posto dopo aver conquistato l’intera prima fila in qualifica. Il potenziale c’è e Monaco fa ben sperare. Gamberi.

GUTIERREZ Dopo tante critiche il messicano ha risposto a tutti con una prestazione interessante chiudendo ai margini della zona punti. Per un attimo ha anche guidato al primo posto, giusto il tempo dei pit-stop, salvo poi tornare nel gruppone. Almeno anche lui ha avuto il suo momento di gloria. Positivo.