- RedBull eguaglia il record di 19 vittorie in una stagione fatto segnare da Mercedes nel 2016. Las Vegas ed Abu Dhabi offriranno l’opportunitá ai bibitari di fare un passo avanti e riscrivere anche questo record. Essendo due cittadini avanzo un pronostico: in uno dei due vincerá una vettura non RedBull.
- Magari Norris in cerca della prima vittoria in carriera? Magari. Lando ha provato a dar fastidio a Verstappen sia in gara sprint che nel gran premio, ma non c’é stato nulla da fare.
- Verstappen – d’altronde – é in grado di controllare ogni momento della gara. Se c’é da partire bene parte bene, se c’é da amministrare amministra. Insomma é un tutt’uno con la vettura, in ogni tracciato. Interlagos é stato uno dei diciassette in stagione.
- L’uomo della domenica é stato senza dubbio Fernando Alonso che ha messo in scena una guida da campione del mondo. La perdurata resistenza su Perez vale il prezzo del biglietto, l’attacco finale sul messicano, sferrato nell’ultimo punto utile prima della bandiera a scacchi, é la ciligiena sulla torta a forma di podio. Standing ovation.
- La bontá dell’Aston Martin é stata confermata dal quinto posto di Stroll alla domenica. Non mi spiego la debacle prestazione della AMR23 al sabato…che abbiano provato qualcosa di diverso (nonostante il parco chiuso) ?
- L’incidente al via tra Hulkenberg, Magnussen ed Albon mi ha ricordato il triangolo Vettel-Verstappen-Raikkonen di Singapore 2017.
- Weekend positivo per Perez dopo la doccia fredda del Messico. Un podio in gara sprint e la bella lotta con Fernando lo hanno riabilitato. Il secodo posto in classifica piloti é quasi in cassaforte (ma che fatica!).
- La doccia fredda a San Paolo tocca a Leclerc, fermato dall’idraulica (altrimenti che doccia sarebbe?) nel corso del giro di ricognizione. Senza guasto dove poteva arrivare? Credo quinto e sono generoso.
- Sainz aveva meno ritmo di Stroll, sesto posto onesto (ma deprimente).
- Per Mercedes é stato probabilmente il peggior weekend in stagione, con Hamilton e Russell in perenne difficoltá sul ritmo e sulla gestione gomme. Un grosso passo indietro rispetto gli ultimi due gran premi e rispetto lo scorso anno quando George trovó la prima vittoria in carriera.
- Arrivano altri due punti in Alpha Tauri grazie alla bella prestazione di Tsunoda. A Faenza riusciranno a chiudere il gap di sei lunghezze su Williams nelle prossime gare?
- Ad Interlagos é andata in scena l’ultima delle sei gare sprint stagionali. Il format verrá presumibilmente cambiato nel 2024 perché lo sprint-day sostanzialmente non ha funzionato. D’altronde che valore hanno le qualifiche sprint? Suvvia.
- Prossimo appuntamento, tra due settimane, sul nuovo tracciato di Las Vegas.
Bullets – Brasile 2023
6 novembre 2023Bullets – Brasile 2022
14 novembre 2022- Solida vittoria per Russell che marca il primo trionfo stagionale per Mercedes. I grigi in Brasile erano la macchina da battere. A me Giorgino ricorda un po’ Button, senza troppi colpi ma quando la macchina va porta a casa il risultato.
- Luigi non gli ha reso la vita facile, ma non si è neanche messo a rompere le bullets in modo eccessivo. Gli inglesi di Stoccarda (ricordo che la sede è a Brackley) non facevano segnare una doppietta da due anni e Lewis ha saputo vestire i panni da uomo squadra sapendo che nella vita è tutto un do ut des.
- Latinismo che probabilmente sconosce Verstappen. Da quanto Max ha matematicamente vinto il titolo è tornato l’arrogante di una volta. In Messico ha sfanculato (si può dire?!?) le troupes di Sky. In Brasile ha rimediato un contatto con Hamiton e non ha voluto aiutare Perez per ragioni tutte sue. Magari Horner lo farà riflettere un po’ in vista di Abu-Dhabi.
- Reputo il contatto Hamilton-Verstappen un incidente di gara. Avrei lasciato correre classificandole come sportellate. Tuttavia c’erano gli estremi per una penalità, ben misurata in cinque secondi.
- A Lewis riconosco la qualità di saper sempre prendere la scelta giusta in un duello. Anche in caso di contatto ne esce sempre vincitore e non è una casualità. Chiamasi mestiere.
- Di Lewis mi sta sulle bullets il fatto che ovunque vada cerca di fare l’amicone del pubblico. Frasi fase, trite e ritrite. Regalategli uno Zingarelli.
- Completa il podio Sainz che non sarà tutto sto talento ma almeno ci ha messo quella cazzimma che gli è spesso mancata nel corso dell’anno. Bravo Carletto.
- Leclerchino invece è stato lì ad implorare che Sainz si facesse da parte per favorirlo nella corsa al secondo posto in classifica piloti. Cosa inaccettabile, perchè un podio è pur sempre un trofeo e questo il monegasco dovrebbe saperlo. Questa non è una mentalità vincente.
- Mi chiedo dove voglia andare Ferrari con una coppia di piloti che messi insieme conta sei vittorie. Il solo Ricciardo ne vanta otto, fate un po’ voi.
- Garone di Fernando che chiude quinto tenendo dientro le due Red Bull. Anche in Alpine hanno dovuto gestire i due piloti. Ad Ocon è stato chiesto fermamente di non ostacolare Alonso, il che ha pagato.
- Perez il secondo posto in classifica piloti non se lo merita. La matematica gli concede una chances ad Abu-Dhabi dove dovrà tirare fuori le unghia (dire bullets era un po’ troppo scontato).
- Alla rubrica “storie da libro cuore” si aggiunge la favola Magnussen, chiamato d’urgenza per sostituire Mazepin ad inizio stagione ed inaspettatamente in pole position in un insolito venerdì brasiliano. Il paradiso all’improvviso è il giusto premio per la stagione di Kevin.
- Ultimo appuntamento ad Abu-Dhabi il prossimo fine settimana!
Bullets – Brasile 2021
15 novembre 2021- Interlagos rappresentava (quasi) l’ultima spiaggia per Hamilton ed il team Mercedes perchè un altro allungo di Max non sarebbe stato facile da recuperare.
- Qualcosa di strano è successo perchè Luigi ha cambiato il motore termico ed ha messo subito in mostra una potenza impressionante. In RedBull non sono pirla, hanno subito capito che c’era puzza di qualcosa ed hanno segnalato a chi di dovere.
- Difatti un qualcosa di irregolare è stato trovato ed Hamilton è stato squalificato dalle qualifiche. Nonostante questo, a Milton-Keynes sono convinti che in Mercedes non stiano giocando in modo troppo pulito e faranno ti tutto per portare alla ribalta possibili irregolarità.
- Il punto di Horner è molto chiaro: “Something must happen, because physics wouldn’t allow, the kind of horsepower delta that you would need to achieve that would be pretty significant. We are obviously trying to understand what it is and, and go from there.”
- Il resto dell’intervista ve lo andate a leggere qui: https://www.motorsport.com/f1/news/red-bull-mercedes-rear-wing-mind-boggling-speed/6780556/
- Con una vettura così performante per Hamilton è stato un gioco da ragazzi risalire fino alla Top3 e poi giocarsi la gara. Potevano dargli anche 30 posizioni di penalità, ma il vantaggio rispetto le vetture non-RedBull era prossimo ai due secondi ed il gap con i bibitari era sugli otto decimi.
- La doppia zona DRS in un circuito così piccolo la ritengo illegale. Max ha fatto una grandissima gara, ha anche giocato sporco per tenere dietro Lewis, ma non aveva alcuna chance di portare la vittoria a casa. I due punti del sabato gli hanno consentito di limitare i danni.
- Lewis ha fatto una gara sensazionale, non lo si sminuisce per il mezzo sopra la media, così come non si grida al miracolo per lo stesso motivo. La manovra migliore della sua domenica è il sorpasso non forzato su Verstappen. L’inglese è un pilota vissuto, sapeva che avrebbe avuto altre chances e lì doveva evitare ogni tipo di contatto.
- La prossima sarà tra pochi giorni a Doha. Se RedBull riesce a scovare qualcosa di grosso qui scoppia il pandemonio.
- Mi dispiacerebbe se questo mondiale si decidesse più fuori che dentro la pista.
Diario – Brasile 2019
18 novembre 2019Non faremo il torto di levare le luci dei riflettori a Max Verstappen, per quanto quei due l’abbiano combinata grossa, ma signori l’olandese ha fatto una gara eccezionale. Che velocità, che ritmo, che sberle! RedBull è arrivata in Brasile pronta per vincere ed avrebbe portato a casa una doppietta se Hamilton non si fosse un attimo concesso una leggerezza su Albon.
Tuttavia ci ha pensato Gasly a completare la festa dei bulls sul podio. Finalmente una gioia per Pierre dopo una stagione vissuta più di bassi che di alti. Sul podio arriva anche Sainz, ma quando ormai le luci sono spente, la festa è finita e la coppa è andata. Tutta colpa della direzione gara che prima ha buttato lì una safety-car un po’ per caso, poi ci ha messo una vita per dare una penalità a Lewis, nonostante la decisione poteva essere presa a cuor leggero visto che a mettere Luigi nei guai ci aveva già pensato la Mercedes.
D’altronde ormai al muretto di Wolff (anche se stavolta non c’era…) si divertono a giocare al gatto e al topo, cercando di vincere facendo quello che non fanno gli avversari, altrimenti sarebbe troppo semplice. Stavolta sarà il tracciato, sarà l’altura, i grigi ci hanno rimesso un motore: quello di Bottas. Su Lewis, invece, hanno tagliato la potenza nel momento in cui le temperature si sono alzate, con tanto di incazzatura in diretta del campione del mondo. Insomma, i motori sono a fine vita, i mondiali in tasca, si fa tutto il necessario per portare la macchina al traguardo.
In casa Ferrari, invece, si fa spesso l’opposto ed in questo caso i due piloti si sono messi di impegno. L’incidente è frutto di tensioni accumulate negli ultimi mesi e mal gestite. Riuscite ad immaginare una scena così palese con Todt al muretto o con Montezemolo/Marchionne presidente? Evidentemente no. Il problema non si limita quindi ai soli fatti della pista che non sono altro che la punta dell’iceberg. Non mi dilungo sulla questione,ma in ottica 2020 chi ha già stabilito le gerarchie ha già mezzo mondiale in tasca.
Passerella finale ad Abu-Dhabi. Ci leggiamo lì!
Diario – Brasile 2018
12 novembre 2018La curve di Interlagos hanno confermato che la scuderia più in forma del momento è la RedBull, che il pilota più in forma del momento è Max Verstappen…e che in più vincenti del momento (e degli ultimi cinque anni) sono ancora quelli del team Mercedes.
Senza fronzoli, sappiamo tutti che il vincitore morale di giornata è Verstappen, letteralmente incornato da Ocon che da doppiato doveva stendere il tappeto rosso ed invece ha visto il toro e si è infuriato. Max ha così perso la leadership della corsa a favore di Hamilton ed ha chiuso secondo, dopo che aveva infilato nell’ordine Raikkonen, Vettel, Bottas ed il fresco campione del mondo. Mai banale l’orange. Ocon, invece, se l’è cavata con uno stop&o da 10 secondi, ma da commissario io avrei rispolverato una bandiera nera, forse esagerata, almeno educativa. A vendicarsi ci ha poi pensato lo stesso Verstappen, andando a cercare in cagnesco il pilota Force India alle verifiche.
A proposito di penalizzazioni, dopo le vicende del sabato, la federazione ha dimostrato, ancora una volta, di non saper mantenere un equo giudizio a parità di infrazione. Sarà che in Mercedes sono molto bravi (e ben relazionati) a giocare sui cavilli regolamentari, oppure che Ferrari non abbia ancora raggiunto il giusto peso politico per poter fare la voce grossa. Probabilmente la verità sta nel mezzo.
La gara delle rosse ha confermato il trend negativo che da Singapore in avanti ha caratterizzato la stagione ferrarista. Il ritmo gara di Raikkonen e Vettel è stato inferiore a quello dei rivali e la strategia non si è rivelata efficace come pensato. Adesso sarebbe fin troppo facile dire che gli strateghi hanno sbagliato, ma a mio modo di vedere in Ferrari sapevano di non avere abbastanza ritmo ed hanno provato a giocare una carta diversa.
A tenere alto l’orgoglio del cavallino ci ha pensato Kimi che con un passo gara costante è riuscito a portare a casa il terzo posto pur difendendosi da Ricciardo nel finale. Gara anonima, invece, per un Vettel mai in palla, nonostante la ritrovata prima fila al sabato. Il tedesco è sembrato rassegnato al corso delle cose.
Bella gara per Leclerc, settimo, condita dalla prestazione non arrendevole in qualifica che lo ha portato in Q3 nonostante sia stato invitato a rientrare ai box per via della pista bagnata.
Quinto posto per Bottas, autore di una gara operaia e pieno simbolo dell’identità Mercedes. Valtteri ha dato filo da torcere alle due Ferrari ed è stato, ancora una volta, un avversario ostico da sopravanzare. In sé per sé il risultato non lo premia, ma il modo di condurre la gara sì. Ed anche per questo motivo a Stoccarda hanno conquistato il titolo costruttori.
Ci leggiamo ad Abu Dhabi!
Diario – Brasile 2017
12 novembre 2017Certamente possiamo dire di non esserci annoiati,anche perchè Interlagos è una pista che si presta molto ai sorpassi: sul dritto o in staccata.
Non ci siamo annoiati già al sabato quando Hamilton ha fatto il botto. Si è rilassato un attimo, ma con tutta sincerità se lo poteva permettere dopo la stagione praticamente perfetta. Di certo la conformazione del tracciato lo ha aiutato poi a fare una gara in rimonta, complice anche una vettura praticamente nuova e tutta da spremere visto che ormai manca solo una gara.
Bella la gara di Lewis, una dimostrazione di potenza e superiorità mastodontica. E’ anche vero che la Mercedes è un’astronave, ma l’inglese al posto di Bottas avrebbe vinto penso a mani a basse, senza nulla togliere alla Ferrari di Vettel, il quale ha condotto una gara magistrale riprendendosi dalla partenza messicana poco convinta, con uno start cattivo e deciso in grado di aprirgli la strada verso la vittoria.
Ciò non toglie che in Mercedes sono stati più lesti a provare l’undercut e potevano anche portare a casa il primo posto se il lavoro dei meccanici in rosso non fosse stato di sei decimi inferiore durante il cambio gomme. Mi sono stupito perchè dalla pausa estiva in poi sono stati i grigi ad aver fatto sempre un lavoro di cambio più veloce. Come ho sempre detto, in una stagione così tirata si vince e si perde per i dettagli. Trentotto millesimi di secondo al sabato, sei decimi in pitlane alla domenica. Bravi tutti, è questa la F1 che ci piace.
Quindi Raikkonen, terzo, autore di una buona gara, soprattutto nel momento finale quando c’era da difendersi dall’Hamilton fuorioso arrembante. Il finlandese non è mai stato in grado di attaccare Bottas, ma ha mostrato un buon passo per tutta la gara.
A seguire le RedBull, lontante in termini di prestazione da quelle osservate in Malesia e Messico, chissà se volutamente o meno. Ho apprezzato la presa di posizione di Verstappen sul finale, quando ha richiesto un cambio gomme supplementare incontrando una strana resistenza da parte della squadra. Eppure Ricciardo era lontanto più di trenta secondi in quel momento. L’olandese ha le palle e la ha mostrate, bravo.
Così come bravo è stato Felipe Massa, alla sua penultima comparsata in Formula 1. A Felipe è stato concesso anche l’onore di salire sul podio dopo la classica cerimonia. D’altronde è ormai chiaro che la proprietà americana punta a queste scene popolari, così come successo in Messico, Canada e Belgio con Hamilton. O come osservato col bambino piangente in Spagna. Insomma qualcosa è cambiato, poi può piacere o meno. A me a volte sembrano scene costruite, a volte no.
Tenace e degna di nota la gara di Alonso, in grado di non mollare Massa e di tenersi dietro la Force India di Perez, anch’essa motorizzata Mercedes proprio come il Martini. Vuoi vedere che in Honda hanno cominciato a capirci qualcosa? Ad ogni modo la lotta a tre fino al fotofinish è stata entusiasmante, basta notare che Perez ha chiuso ad appena 137millesimi dallo spagnolo che è così tornato davanti Vandoorne in classifica piloti, così come Massa, tornato davanti Stroll di appena due punti.
Felipe davanti il popolo di casa ha sempre mostrato qualcosa di più. Una bella prova d’addio.
Ci aggiorniamo ad Abu Dhabi per l’evento finale.
Diario – Brasile 2016
15 novembre 2016Se proprio dobbiamo gridare al fenomeno, allora guardate al primo posto. Non al terzo. E diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Nel nostro caso Cesare si chiama Lewis Hamilton e non ha sbagliato un colpo. Pressione? Macchè! A lui l’acqua piace, i problemi appartengono agli altri. Per maggiori informazioni chiedete a Grosjean, Ericsson, Vettel, Raikkonen, Verstappen, Massa e…Rosberg. Giusto un paio di persone.
Quindi standing ovation per Lewis che questo mondiale se lo sta giocando fino alla fine, anche se potrebbe essere non sufficiente. Ricorda un po’ la storia della lepre e la tartaruga…ed il traguardo è prossimo in quel di Abu Dhabi.
Se Hamilton ha guidato alla grande, Nico ha ragionato alla grande. Pochi rischi e tappeto rosso steso a Verstappen. Zero sportellate, zero problemi. O quasi, visto l’acquaplaning che avrà causato una bella strizza al tedesco.
Per il resto ci ha pensato la RedBull a fare un favore a Nico, azzardando le gomme intermedie proprio su Verstappen, quando il meteo prometteva pioggia su pioggia. Volevano vincerla. Ci hanno provato e non ci sono riusciti. Era un rischio da correre, è andata male. Poi ci ha pensato Verstappen a riprendersi il podio vincendo così l’oscar come miglior attore protagonista. Il ragazzo ha talento da vendere ed una bella dose di arroganza. Un’altra bella prova tra le tante offerte in questo 2016.
Certo, la distanza tra un traverso ed un muro può renderti eroe o pollo di giornata. Così come successo a Kimi in pieno rettilineo. Sposo il pensiero di Lauda, ha stretto un po’ la curva e via a muro. E’ andata meglio a Vettel, giratosi ad inizio gara, ma poi in grado di risalire fino alla quinta posizione, alle spalle di uno straordinario Perez. Ottime anche le prestazioni di Sainz ed Hulkenberg, mentre il nono posto di Nasr porterà un bel po’ di dollari in casa Sauber.
Infine un plauso a Massa non tanto per il botto, quanto per la scena da libro cuore che ha regalato indirettamente allo sport. Ha sempre corso col cuore Felipe. Dopo la più brutta vittoria della carriera nel 2008, San Paolo gli ha regalato il più bel ritiro della sua vita.